Rodri racconta cosa accadde al suo esordio nella Liga: “Ma è la stessa persona? Cercalo su Google”
Secondo molti quest'anno il Pallone d'Oro potrebbe finire nella bacheca di Rodri, architrave del Manchester City di Pep Guardiola e della nazionale spagnola. Il 28enne centrocampista madrileno è stato ovviamente inserito nella lista dei 30 candidati diffusa da France Football e se la giocherà con i calciatori del Real Madrid che ha portato a casa il ‘Double' Liga-Champions, in primis Bellingham e Vinicius, quest'ultimo dato per super favorito dai bookmakers. Oggi che è uno dei giocatori più forti del pianeta, Rodri si volta indietro e ricorda l'incredulità dei suoi compagni di scuola nel vedere in campo nella Liga un ragazzo che somigliava parecchio a lui… anzi era proprio lui, come poi avrebbero capito in seguito: "Non potevano credere che fossi davvero io. ‘Aspetta, è la stessa persona?', ‘Cercalo su Google, cercalo su Google'…".
Rodri e il patto coi suoi genitori: "Se volevo continuare col calcio, dovevo andare all'università"
Rodrigo Hernandez Cascante a quei tempi non aveva ancora 20 anni e giocava nel Villarreal, da cui poi avrebbe spiccato il volo prima verso l'Atletico Madrid e poi nel 2019 al City, con cui avrebbe vinto tutto quello che un calciatore può sognare, unitamente ai successi con la Spagna, Nations League ma soprattutto campionati Europei quest'anno. Studio e calcio assieme, quello era il patto tra il giovane Rodri e i suoi genitori: "Per me il calcio era quasi come una droga – ricorda oggi lo spagnolo su ‘The Players' Tribune' – Così ho stretto un patto con i miei genitori quando ero molto giovane. Se volevo perseguire il mio sogno calcistico, allora dovevo anche andare all'università".
"Così quando avevo 17 anni, mi sono trasferito da Madrid al Villarreal e mi sono anche iscritto alla Jaume I University – racconta Rodri – Il primo anno, vivevo nelle residenze della Villarreal Academy con i miei compagni di squadra. Ma poi quando compi 18 anni, sei considerato ‘vecchio' e devi trovarti un appartamento tutto tuo. Fu mia madre ad avere l'idea: ‘Perché non ti trasferisci direttamente negli alloggi per studenti dell'università?'. E così ho fatto. La mattina andavo ad allenarmi al Villarreal, poi nel pomeriggio andavo a lezione e la sera… Be', di notte era divertente perché ovviamente era l'università. Quando era venerdì sera, tutti andavano in discoteca. Ma prima stavano assieme in stanze minuscole a suonare musica e a bere qualche birra, e c'erano circa 20 persone in una stanza, con gente seduta sul letto, sul pavimento, dappertutto. Ero come qualsiasi altro studente, non sapevano nemmeno che giocassi davvero a calcio, quindi mi presentavo con la mia acqua frizzante e restavo lì per un po' finché non era ora di andare in discoteca. Poi sparivo".
Niente uscite in discoteca e ore piccole per Rodri, se voleva continuare ad inseguire il suo sogno di sfondare nel calcio: "Alla fine, qualcuno mi ha detto: ‘Rodrigo, come mai non esci mai con noi? Dai, amico'. E ho dovuto dire loro: ‘Beh, gioco a calcio. Ho l'allenamento la mattina'. ‘È noioso, fratello'. Mi hanno ucciso per questo. A quel punto, mi allenavo ancora con la seconda squadra. Ero un nessuno. Non avevo nemmeno una macchina".
I compagni di scuola non credevano fosse lui quello in campo nella Liga
Poi è arrivato il salto nella prima squadra del Villarreal, a quel punto continuare a tenere un profilo basso era impossibile: "L'anno dopo, ho fatto le mie prime apparizioni nella Liga, e credo che i miei amici di scuola siano rimasti un po' sbalorditi. Mi hanno detto che stavano guardando una partita in TV e il tizio in fondo al corridoio è apparso sullo schermo. Il tizio del loro corso di contabilità era il numero 6. Non potevano credere che fossi davvero io. ‘Aspetta, è la stessa persona?', ‘Cercalo su Google, cercalo su Google', ‘No, non può essere lo stesso Rodrigo. Ci sono un sacco di Rodrigo. Non è lui'. Quando sei in TV con la tua divisa da calcio, sembri diverso, no? E probabilmente avevo la mia faccia seria. Così alcuni di loro si convinsero: ‘No, non è lui'…".
Alla fine tutti hanno capito che quel ragazzo era davvero il compagno di università che pensavano facesse solo tappezzeria: "Quando ho iniziato a giocare sempre di più e si sono resi conto che ero davvero io, mi hanno detto: ‘Cosa ci fai qui amico? Ieri sera hai giocato contro il Barcellona!'". Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti: Rodri tra un paio di mesi potrebbe essere il successore di Messi come Pallone d'Oro 2024.