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Rocchi sul braccio di Pulisic: “Non c’era un’immagine chiara, vale la decisione del campo”

Rocchi ha spiegato la dinamica che ha portato alla convalida del gol di Pulisic in Genoa-Milan: “Laddove non trovi le immagini non puoi andare a sensazione”
A cura di Ada Cotugno
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Il gol di Christian Pulisic contro il Genoa è destinato a far discutere ancora a lungo. Il Milan ha ottenuto la vittoria a Marassi grazie alla firma dello statunitense, secondo alcuni viziata da un tocco di mano: la sua rete è stata controllata al VAR e in seguito convalidata secondo la decisione presa in campo dall'arbitro Marco Piccinini.

La scelta di rendere valido il gol non ha placato le discussioni, soprattutto perché non ci sono immagini chiare e inequivocabili che mostrano con certezza l'effettivo tocco di mano. Di quest'episodio ne ha parlato anche il designatore arbitrale Rocchi negli studi di DAZN, durante il programma Open Var.

L'ex arbitro non ha analizzato la dinamica e neanche commentato le immagini, dato che gli audio relativi alla partita potranno essere diffusi soltanto la prossima settimana, ma ha comunque dato una piccola anticipazione aprendo il discorso sui tocchi di mano.

La sua analisi conferma il lavoro di Piccinini: "Se abbiamo la certezza televisiva noi andiamo a intervenite, perché non possiamo concedere un gol viziato da un tocco di mano, ma se la certezza non è nelle immagini tutti gli episodi che abbiamo avuto li abbiamo trattati alla stessa maniera. Non essendoci una telecamera che dia la sicurezza vale la decisione del campo".

Senza immagini inequivocabili da mostrare al direttore di gara durante la review al monitor vale quindi la decisione che è stata presa in campo. In studio si sono susseguiti tanti esempi simili, come il gol di Udogie contro il Milan dello scorso anno che è stato segnato con una dinamica molto simile a quella che ha coinvolto Pulisic.

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Ma Rocchi chiarisce che tutte le decisioni sono prese sempre seguendo lo stesso procedimento: "Capisco che sia difficile da accettare una decisione così perché lascia dubbi come li ha lasciati a noi, ma l'importante è che chi opera al monitor sia meticoloso, scrupoloso e cerchi la verità fino in fondo. Dove però arriva a un punto dove la verità non è al 100% deve lasciare la decisione del campo. Noi abbiamo sempre lavorato in un'unica direzione cercando la verità, ma laddove non la trovi non puoi andare a sensazione perché oggi decidere al monitor a sensazione potrebbe essere pericoloso".

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