Robinho resta in carcere, negata la libertà vigilata dopo la condanna per stupro: ricorso respinto
Robinho resterà in carcere dopo la condanna per stupro a nove anni di carcere. La Corte Suprema respinge il ricorso per la libertà vigilata presentato dagli avvocati dell'ex calciatore di Milan, Real Madrid e Manchester City.
Nove procuratori hanno votato per far restare Robinho in carcere mentre per concedergli la libertà vigilata soltanto due (Gilmar Mendes e Dias Toffoli). A marzo la Corte Superiore di Giustizia (STJ) ha deciso che la condanna subita in Italia da Robinho avesse seguito procedimenti compatibili con quelli della giustizia brasiliana e ha condannato l'ex attaccante a scontare la sua pena sul territorio brasiliano.
A settembre Robinho aveva perso l'appello per ridurre la sua condanna.
Robinho resterà in carcere, ricorso respinto e negata la libertà vigilata
La difesa dell'ex calciatore del Milan ha tentato di impugnare la decisione che ha dato il via libera all'esecuzione della sentenza in Brasile. Robinho è stato condannato in Italia nel 2017 per uno stupro di gruppo di una donna commesso nel 2013 a Milano: il calciatore brasiliano non poteva essere estradato nel nostro paese, perché la Costituzione brasiliana vieta l'estradizione dei suoi connazionali, ma la Corte Superiore di Giustizia (STJ) ha verificato tutto l'iter seguito in Italia e ha deciso che la condanna si poteva applicare anche nel paese sudamericano.
L'ex attaccante è stato arrestato a Santos il 21 marzo dopo che un tribunale brasiliano aveva approvato la sentenza e ne aveva autorizzato l'esecuzione in Brasile. Il giorno dopo è entrato nel carcere di Tremembé, nello stato di San Paolo.
Gli avvocati dell’ex giocatore hanno messo in dubbio la legalità dell’arresto: il tribunale brasiliano ha disposto l’esecuzione della condanna per il reato di stupro commesso in Italia ma i rappresentanti di Robinho hanno fatto la richiesta di poter scontare la pena in libertà vigilata fino a quando non saranno esaurite tutte le risorse per ricorrere in appello. Questo ricorso è stato respinto dalla Corte Suprema.