Roberto Mancini campione di umiltà: rispetta la fila per entrare in salumeria
In fila come una persona normale. Ad attendere il proprio turno, senza chiedere favoritismi. L'immagine di Roberto Mancini che si mette in coda per entrare in salumeria è l'elogio della normalità della persona, prima ancora del commissario tecnico. Non fa il furbo. Non approfitta dell'incarico e della enorme popolarità che gli ha reso la vittoria dell'Italia agli Europei. Aspetta che, come previsto dalle norme anti Covid, ci sia abbastanza spazio anche per lui. E resta in coda.
La foto del commissario tecnico scattata da un tifoso e condivisa sui social ha alimentato l'aura di simpatia nei suoi confronti. Ha commosso tutti per l'abbraccio e lacrime con Gianluca Vialli dopo l'ultimo rigore parato di Donnarumma, quando il sogno di conquistare il trofeo a Wembley – come non era accaduto da calciatore con la Samp contro il Barcellona – è diventato realtà. Suscita consenso e rispetto più ancora per un comportamento da uomo comune.
Mancini è a Jesi, città natale, dove si trovano ancora i suoi genitori. Gode del meritato riposo dopo lo stress e le fatiche del torneo. Ha avuto il grande merito di prendere un'Italia a pezzi e col morale sotto i tacchi, dopo la mancata qualificazione ai Mondiali di Russia 2018, e compattarla in un gruppo capace di compiere l'impresa nella fossa dei (Tre) Leoni, ammutolendo l'Inghilterra e i suoi tifosi che credevano di portare a casa la coppa. Svestiti i panni del gladiatore nell'arena, indossa quelli di una persona normale e si concede senza problemi per un selfie, firmare autografi mentre è fermo nei pressi del negozio di alimentari (macelleria/salumeria La Caciotta). È lì anche per comprare qualcosa anche per sua madre, Marianna, che ha un problema al ginocchio ed è ancora ricoverata in ospedale
Incredibile? No, tutto vero. ‘Mancio' scambia due battute con le persone che lo fermano e gli chiedono di "questi inglesi" e del loro proverbiale fairplay venuto meno contro l'Italia, alla luce di quanto accaduto prima (gli incidenti all'esterno dell'impianto), durante (i fischi all'inno tricolore) e dopo (con l'immagine del principe William che, deluso, abbandona lo stadio senza attendere la premiazione né stringere la mano al Presidente della Repubblica, Mattarella). Lui replica con un sorriso. "It's coming home". È tornato a casa, la sua. Ma è rimasto quello di sempre.