Roberto Baggio e i 40 minuti di terrore durante la rapina: “Lo hanno picchiato forte”. Bottino ricco
Due giorni dopo la violenta rapina subita da Roberto Baggio nella casa di Altavilla Vicentina gli inquirenti non escludono alcuna pista. "Ora resta da superare la paura", ha fatto sapere l'ex calciatore attraverso lo storico manager, Vittorio Petrone. Ma nel frattempo, ancora malconcio per i punti di sutura applicatigli per il colpo alla testa infertogli nella colluttazione con una pistola ("lo hanno picchiato forte", le parole del cognato), ha raccontato ai Carabinieri della compagnia di Vicenza cosa è successo giovedì sera, durante Italia-Spagna, in quei 40 minuti di terrore. E lo farà ancora, se e quando sarà necessario avvalersi della sua collaborazione.
Ogni dettaglio, dai filmati del circuito di video-sorveglianza acquisiti fino alla traccia dell'accento straniero (emersa nelle ore successive alla denuncia) e alla perlustrazione dell'intera zona perimetrale, può essere utile. La macchina investigativa è già partita: la ricostruzione del colpo, in particolare come abbia fatto la banda di sei malviventi (un sesto faceva da palo) a introdursi nella villa, da parte di professionisti è il nucleo intorno al quale gira l'intera indagine. Un dato è già emerso: i rapinatori avevano progettato l'assalto, studiato bene la parte esterna del casale di campagna e dell'intera proprietà ma quando hanno fatto irruzione all'interno non sono andati a colpo sicuro iniziando a rovistare ovunque, senza arrivare alla stanza dei trofei.
L'assalto alla villa di Baggio: come hanno fatto a entrare i rapinatori
Introdursi in una proprietà così vasta, che appartiene a un personaggio molto noto come ‘codino', e presumibilmente protetta da sistemi di sicurezza altamente tecnologici è aspetto che la gang deve aver studiato con pazienza e dovizia di particolari. Erano già entrati nella vita del campione, nonostante lo schermo della privacy a cui ha sempre tenuto molto, e lui non se n'era accorto. Con ogni probabilità hanno trovato il modo di osservarlo da vicino senza che se accorgesse, carpendo informazioni preziose per mettere in atto il disegno criminoso.
Per il modo in cui hanno agito, l'impressione è che si trattasse di ‘gente del mestiere', tutt'altro che improvvisata. Anche la scelta di sferrare il blitz nel giorno della partita degli Azzurri agli Europei, consapevoli che l'intera famiglia si trovasse nel casale rustico in collina, non sarebbe dovuta al caso. Se hanno deciso di muoversi, lo hanno fatto perché sapevano di poterlo fare. E che lo abbiano fatto proprio adesso, in una zona dove nel recente passato non si hanno notizie di colpi simili, alza la soglia di allarme.
Conoscevano tutta la zona circostante all'abitazione. Una volta dentro, però, i ladri hanno iniziato a frugare in maniera raffazzonata. Non sapevano esattamente dove avrebbero trovato le cose più importanti e di valore da razziare. Hanno preso quelle più immediate da portare via: dai soldi (pochi contanti), gioielli, orologi e altri effetti personali. La cifra complessiva del bottino non è stata ancora quantificata ma si tratta di somme elevate. Nella stanza dei trofei (dove non c'è il Pallone d'Oro) non sono riusciti a entrare: non hanno avuto il tempo o, forse, la prontezza di trovarla e sarebbe stato comunque quasi impossibile varcarne la soglia di quella che è una camera-cassaforte.
Cosa non ha funzionato nel sistema di sicurezza
La villa di Baggio è una costruzione che sorge all'interno di una vasta tenuta immersa nel verde, circondata da una fitta boscaglia. È sì delimitata da una rete di recinzione perimetrale ma linea di confine è abbastanza distante dall'intero edificio ed era incustodita: sia perché il circuito di video-sorveglianza era stato danneggiato dalle forti piogge delle settimane scorse sia perché il sistema di allarme si attiva solo in condizione di buio pesto e il fatto che vi fosse ancora luce può aver reso vano quel dispositivo. Con ogni probabilità i malfattori l'hanno scavalcata e sono riusciti ad arrivare fino alla residenza forti anche dell'elemento ‘distrazione': ovvero, la famiglia era raccolta davanti alla tv per seguire l'incontro della Nazionale.
Da dove sono entrati? La perlustrazione dell'ambiente ha portato a una deduzione: i rapinatori hanno colto alle spalle l'ex calciatore e i suoi cari, sfruttando quella che – secondo loro – era la via di accesso più opportuna, la parte posteriore del giardino. Gli apparecchi deterrenti a quell'ora erano disinnescati, perché? Baggio, la moglie e i figli erano svegli e davanti alla tv. E il fatto stesso che non sono stati trovati segni di effrazione fa il paio con la possibilità che in quegli istanti porte e finestre fossero aperte o comunque non perfettamente chiuse considerato anche il clima molto caldo per le temperature afose.
Il cognato di Baggio: "Lo hanno picchiato proprio forte"
"In simili circostanze può accadere di tutto, e per fortuna la violenza subita ha generato solo alcuni punti di sutura alla mia persona, lividi e molto spavento. Ora rimane da superare la paura", sono state le parole di Baggio affidate all'Ansa. "L'aggressione fulminea, in piena luce, non ha consentito l'accensione di tutti i migliori sistemi di sicurezza di cui la villa è dotata. Ora, da quanto accaduto, – è la conclusione amara – potenzieremo ulteriormente i sistemi di rilevazione diurna in tutto il perimetro".
La narrazione di quei 40 minuti di orrore inizia in un momento preciso. "Era appena iniziato l’intervallo della partita. Improvvisamente mi sono trovato davanti questi individui con i passamontagna – le parole di Baggio riferite dal suo agente -. Pensavo fossero solo in due e li ho affrontati per difendere mia moglie e i miei figli. Poi sono arrivati anche gli altri: prima altri due, poi un quinto. Fuori c’era un’altra persona, il palo. Mi hanno immobilizzato e colpito. Sono finito a terra. Non riesco a dimenticare quella sensazione di impotenza".
Il cognato di Baggio, Diego Fabbi (fratello di Andreina, moglie dell'ex calciatore), ai giornalisti presenti sul posto nelle scorse ore ha aggiunto qualche altro dettaglio. "Mia sorella è ancora molto provata. «Stavano guardando la partita tutti insieme e purtroppo c’era anche mia mamma. Non hanno capito da dove sono entrati. Quel che è certo, è che hanno picchiato proprio forte Roberto".