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Ripresa Serie A, Castellacci: “Responsabilità? Medici sociali pronti a dimettersi”

Il Comitato Tecnico Scientifico vorrebbe imporre la diretta responsabilità sulle sessioni di lavoro in gruppo ai medici sociali delle rispettive società. Una situazione che ha sollevato la perplessità di Enrico Castellacci, presidente dell’Associazione Medici Italiana di Calcio: “Si pensa alla riapertura del campionato, non escludendo una prossima chiusura”
A cura di Marco Beltrami
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È arrivato il via libera del Governo agli allenamenti di gruppo per le squadre della Serie A il 18 maggio. In caso di positività di un calciatore tutta la squadra finirebbe in quarantena, per una situazione che è la chiave della decisione sulla ripresa del campionato. Il Comitato Tecnico Scientifico vorrebbe imporre la diretta responsabilità sulle sessioni di lavoro in gruppo ai medici sociali delle rispettive società. Una situazione tutt'altro che gradita al professore Enrico Castellacci, presidente L.A.M.I.C.A (associazione medici italiani di calcio), che ha aperto a possibili dimissioni da parte di numerosi colleghi.

Ripresa Serie A e responsabilità dei medici sociali, il dottor Castellacci suona l'allarme

Enrico Castellacci, ex storico responsabile medico della Nazionale e presidente dell'Associazione Medici Italiana di Calcio, ha dimostrato tutto il suo scetticismo a proposito della scelta del CTS di rimettere ai suoi colleghi dei vari club le responsabilità sulla ripresa degli allenamenti.  Ai microfoni di Radio Punto Nuovo, Castellacci ha dichiarato: "Abbiamo già allertato i legali della nostra associazione perché facciano le loro osservazioni dopo aver letto i protocolli. Ho già ricevuto molte lettere di colleghi dalla Serie B che minacciano le loro dimissioni in caso non venisse rivista la questione della responsabilità, che diventa una responsabilità penale. I club si devono assumere le loro responsabilità".

Medici competenti al fianco dei medici sociali per il ritorno in campo, la proposta di Castellacci

Il responsabile sanitario dell'Italia campione del mondo nel 2006, ha sottolineato le difficoltà legate al compito dei medici sociali, che dovrebbero essere affiancati da altre figure più specializzate. Ecco cosa non va a suo dire nelle discussioni sul protocollo sulla ripresa dell'attività calcistica, che andrebbe rivisto: "Bisogna nominare dei medici competenti, che vanno associati ai medici del calcio nel rispettare le linee guida, perché è una situazione difficile da valutare con molta attenzione. La quarantena? Si crea un grosso handicap, se si fosse seguito il modello tedesco sarebbe stato più semplice: avremmo messo in isolamento il giocatore contagiato, fatto i tamponi necessari e fatto riprendere gli allenamenti. Qui si pensa alla riapertura del campionato, non escludendo una prossima chiusura".

Castellacci: "Ci facciano capire se hanno voglia di far ripartire la Serie A"

Alla luce di quanto deciso ieri, è evidente che in caso di ripresa del campionato di Serie A, con un caso di contagio tutto il sistema vacillerebbe con intere squadre in quarantena. Castellacci è perentorio: "Una volta che si iniziano le trasferte, il pericolo di contaminazione è più alta, basta un solo giocatore e si blocca il campionato. Questo crea delle perplessità non indifferenti sulla vera volontà di ripartire, ci facciano capire se ne hanno voglia"

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