Calciatore turco non indossa la maglietta ‘no alla guerra’: “Sono triste ma è ipocrisia”
Aykut Demir non ha avuto alcuna paura di esprimere le sue opinioni né di prendere una posizione pubblica, anche a costo di andare contro corrente. Ma dietro il suo gesto c'è una motivazione precisa, è stato lui stesso a spiegarla prima ancora che la sua decisione divenisse virale. La guerra scatenata in Ucraina dalla Russia ha provocato la mobilitazione della comunità internazionale anche nel mondo dello sport. Uefa e poi Fifa hanno preso le prime sanzioni durissime escludendo dalle competizioni europee e dai Mondiali del 2022 sia i club sia la nazionale russa. A ruota anche le federazioni internazionali di altre discipline hanno adottato provvedimenti del genere.
Negli stadi sventolano bandiere ucraine, i calciatori scendono in campo dietro striscioni che condannano la guerra oppure indossano t-shirt che recano messaggi di pace. L'abbraccio e la solidarietà verso il popolo ucraino scandiscono l'ondata di commozione, paura, angoscia, preoccupazione per l'escalation del conflitto in quella porzione di Europa. Demir non ha voluto prestarsi a tutto questo definendo un gesto del genere ipocrita. Non è affatto a favore dei conflitti, auspica ci sia pace ma è contrario alla parzialità dell'attenzione, al relativismo morale che viene adottato dall'Occidente nei confronti di situazioni del genere. "Certo che sono triste, ma è ipocrisia".
Ecco perché da capitano dell'Erzurumspor (squadra che milita nella seconda divisione turca) è stato l'unico calciatore a non indossare una maglietta con la scritta "No war" (sia in turco che in inglese) prima della partita contro l'Ankaragucu. "Migliaia di persone innocenti muoiono ogni giorno in Medio Oriente – si legge sul tabloid Mirror -, una situazione che molti normalmente ignorano ma se ne ricordano quando si tratta dell'Europa. Non mi piaceva indossare la maglietta perché quel messaggio non era rivolto anche a quei paesi".
Aykut Demir non è stato l'unico ad assumere una posizione simile. La sua è stata una voce fuori dal coro ma non la sola. L'ex calciatore egiziano, Mohamed Aboutrika, molto popolare nel mondo arabo ha invitato la Fifa a estendere il divieto inferto alla Russia anche a Israele. "La decisione di impedire ai club e alle squadre russe di partecipare a tutti i tornei deve essere accompagnata dal divieto di partecipazione di club e squadre affiliate a Israele – ha scritto in un tweet nel quale ha taggato l'account di social media arabo della Fifa -. Sta occupando e uccide bambini e donne in Palestina da anni, ma tu (rivolto alla Federazione, ndr) stai usando due metri di giudizio differenti".
Aboutrika non è nuovo a posizioni del genere. Nel 2008, durante la Coppa d'Africa, un suo gesto venne censurato: mostrò una t-shirt che aveva sotto la maglia e accendeva i riflettori su Gaza per protestare contro un blocco israeliano in quella zona.