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Respinto il ricorso del Papu Gomez per il caso doping: dovrà scontare due anni di squalifica

Il Papu Gomez dovrà scontare due anni di squalifica per aver assunto una sostanza vietata: il primo ricorso presentato dai suoi legali non è andato a buon fine.
A cura di Ada Cotugno
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Lo ha anticipato Raffaele Palladino in conferenza stampa: "Il ricorso di Gomez è stato respinto, da quel che so". Una notizia che tutti i tifosi del Monza aspettavano da diverso tempo e che non ha portato nessun sorriso al Papu Gomez che dovrà affrontare due anni di squalifica per doping.

L'argentino è risultato positivo ad una sostanza vietata dopo un test effettuato nel novembre 2022 durante un allenamento con il Siviglia, alcuni giorni prima dell'inizio dei Mondiali vinti con la maglia dell'Argentina. A nulla sono servite le giustificazioni del giocatore che aveva affermato di aver assunto uno sciroppo prescritto a uno dei suoi figli senza consultare i medici della società. Da qui è nata l'idea di presentare ricorso per la sanzione comminata il 20 ottobre dello scorso anno, giudicata troppo severa.

Il Monza era a conoscenza della situazione (comunicata al calciatore diversi mesi prima che diventasse di dominio pubblico) ma ha deciso comunque di tesserarlo, credendo alla sua versione dei fatti. Ma il suo arrivo è stato del tutto inutile per la squadra brianzola dato che Gomez si ritroverà ad affrontare due anni di squalifica: i suoi legali stanno valutando un eventuale nuovo ricorso in Spagna o al Tas di Losanna, l'ultima speranza per permettere all'argentino di chiudere la sua carriera sul campo.

A 36 anni infatti una squalifica così lunga non gli consentirebbe di appendere gli scarpini al chiodo come tutti i suoi colleghi, ma lo porterebbe a un ritiro forzato vista l'età. Dalla sua parte il Papu ha sempre trovato il Monza che si è esposto in suo favore anche con un comunicato quando era esplosa la notizia.

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La strategia difensiva del giocatore non ha dato i suoi frutti: nella documentazione presentata per discolparsi ha spiegato di aver assunto lo sciroppo (e dunque la sostanza vietata) su consiglio della moglie, preoccupata per le sue condizioni di salute, provando a impugnare la squalifica in base all'articolo 10.5 del Codice Mondiale Antidoping. Una mossa che alla fine non ha pagato.

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