Respinta la richiesta della Juventus alla Cassazione: il processo resta a Torino (per ora)
Brutte notizie (per il momento) per la Juventus che si è vista negare la richiesta fatta alla Procura Generale presso la Corte di Cassazione affinché il procedimento giudiziario scaturito dall'inchiesta Prisma attualmente di competenza della Procura di Torino fosse trasferito a Milano. La difesa del club bianconero infatti sosteneva che, in quanto il reato di aggiotaggio contestato alla ex dirigenza juventina (dimessasi in blocco lo scorso 28 novembre) è legato alla diffusione dei comunicati fatti alla Borsa che ha sede nel capoluogo lombardo, gli atti del processo dovessero essere trasferiti in quest'ultima sede.
Il procuratore generale della Cassazione ha però risposto che, avendo la procura di Torino già chiesto il rinvio a giudizio degli indagati (due giorni dopo l'istanza presentata dai legali del club piemontese), è già avvenuta la chiusura della fase delle indagini preliminari e pertanto "la richiesta di trasmissione degli atti a un diverso pubblico ministero, sollevata dalla difesa, resta preclusa dal sopravvenuto radicarsi della competenza del giudice che procede innanzi a cui potrà essere sollevata la relativa eccezione".
Questa pronuncia del procuratore generale della Cassazione dunque proclama come inammissibile la richiesta di trasferimento degli atti del procedimento giudiziario alla Procura di Milano e sancisce di fatto che tale processo rimane di competenza della Procura torinese. Ma per la Juventus non è ancora detta l'ultima parola dato che ora sarà il giudice dell’udienza preliminare (il GIP) a decidere sul tema della competenza territoriale e se accettare o meno quanto chiesto dal club bianconero.