Renard svela alla Francia come si possono battere l’Argentina e Messi: la chiave è De Paul
Hervé Renard ricorderà per sempre il Mondiale in Qatar e tutti ricorderanno per sempre lui: è il ct della straordinaria Arabia Saudita, l'unica squadra ad aver osato sfidare l'Argentina e vincere, prima che la Seleçiòn prendesse le misure nel torneo raggiungendo la finale, come da pronostico. Eppure quel k.o. all'esordio che griderà per sempre vendetta è stato un capolavoro tattico dell'allenatore dell'Arabia che alla vigilia della sfida Francia-Argentina svela come ha fatto a fermare l'uomo più decisivo: Leo Messi.
L'Argentina cadde nell'incubo dopo l'intervallo: in vantaggio nel primo tempo, gli uomini di Scaloni al debutto mondiale contro la ‘cenerentola' del Girone stavano gestendo il match, convinti di poterlo fare fino al 90′ e invece a inizio ripresa accadde l'impensabile. L'Arabia tornò in campo e stravolse Argentina e pronostici ribaltando il verdetto finale in una apoteosi che vide una scelta tattica pericolosa ma vincente, capace di frustrare gli attaccanti argentini. Merito del ct Renard che durante la pausa di metà partita puntò sull'orgoglio dei propri giocatori, spronandoli e indicando loro quale fosse l'avversario da fermare: Leo Messi.
A distanza di settimane da quell'impresa, Renard è voluto entrare nel merito, confidando all'Equipe come sia riuscito a frenare l'Argentina finalista: "Ammetto che mi sono concentrato esclusivamente su di lui e come fermarlo" ha esordito Hercé Renard godendosi nuovamente quei momenti epocali: "Avevo mobilitato il lato sinistro della squadra e durante l'intervallo il mio discorso era rivolto principalmente al mio esterno mancino e a un centrocampista: erano troppo speso lontano da Messi, mentre avevo organizzato tutto perché ci fosse subito pressione quando riceveva palla. È in quel momento che si deve piombare su di lui!"
Lo studio tattico di Renard entra nel merito della ‘gabbia' tattica attorno alla Pulga, oramai sempre più evidente fulcro del gioco argentino: "Bisogna tenerlo a 35-40 metri dalla porta. Non deve avere mai libertà d'azione, l'Argentina non usa così tanto la profondità nei passaggi" ha quindi aggiunto, sottolineando la linea difensiva a 5 dell'Arabia Saudita che per tutti i 90 minuti giocò con il fuorigioco sistematico, tattica rischiosissima ma che fruttò la vittoria: "Anche la Francia ha le carte in regola per potercela fare".
Ma per Renard, la mossa da "scacco matto" fu soprattutto un'altra perché se è vero che martellò la propria squadra nell'asfissiante controllo di Messi in campo, è altrettanto vero che riuscì a togliere alla Pulga la sua principale fonte di ispirazione: Rodrigo De Paul. L'ex Udinese è quasi all'unanimità considerato tra i migliori centrocampisti dell'intero torneo e per Scaloni è diventato elemento fondamentale in mediana. Renard ebbe l'intuizione di capirlo da subito: fermando lui, si ferma Messi.
"Bisogna analizzare Messi in questo contesto per capire la sua area di influenza e vedere come gli arrivano i palloni. Così ho capito che bisognava soprattutto pressare De Paul. Per me è uno dei migliori argentini e uno dei più utili per mettere Messi nelle migliori condizioni di essere decisivo". Renard ce la fece, altri non hanno avuto la medesima intuizione e hanno ceduto il passo. La Francia, però, in vista di domenica ha trovato un alleato (e una carta) in più.