Razzismo, Unar: “Adesso il presidente Setti e il tecnico Juric si scusino con Balotelli”
"Adesso il presidente del Verona, Setti, e il tecnico, Juric, chiedano scusa a Mario Balotelli". A parlare così è il direttore generale dell'Unar, l'Ufficio Anti discriminazioni razziali della Presidenza del Consiglio dei ministri, Triantafillos Loukarelis. È una presa di posizione molto netta, che arriva a margine di una giornata contrassegnata prima dalla decisione del Verona di bandire il capo ultrà neofascista, Luca Castellini, fino al 2030 dallo stadio poi dai provvedimenti del Giudice Sportivo e dall'inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica nei confronti del leader della Curva scaligera con l'ipotesi di discriminazione razziale.
Loukarelis: Il Verona chieda scusa a Mario Balotelli
Una presa di posizione, quella dell'Unar, motivata anche dall'iniziale atteggiamento avuto dal club gialloblù che – dopo quanto accaduto in campo – provò a sminuirne la portata salvo offrire piena collaborazione alle istituzione per individuare e isolare gli autori dei cori razzisti e degli insulti nei confronti del calciatore del Brescia.
La società Hellas Verona – ha ammesso Loukarelis – ha fatto bene a bandire dallo stadio il capo ultrà esponente di Forza Nuova Castellini per dieci anni ed un plauso va riservato ai tanti tifosi del Verona della Curva sud che si sono dissociati, ma ciò non toglie che chi ha messo in dubbio la dignità e la sensibilità del calciatore vittima dei cori debba scusarsi pubblicamente.
La replica della società scaligera
Il Verona ha fatto la sua parte e soprattutto ha sgombrato il campo da ogni equivoco sorto in quei momenti convulsi, a caldo, quando la tensione e l'adrenalina della partita ancora in circolo rischiano di fare brutti scherzi. È il presidente, Maurizio Setti (in foto accanto a Balotelli), a intervenire direttamente spiegando le proprie ragione nell'intervista a Rainews 24.
Siamo i primi a volere chiarezza su come ci si deve comportare – ha ammesso il massimo dirigente del Verona -. Sul razzismo siamo i primi a non volere che accadano certe cose. Le decisioni le abbiamo prese proprio perché siamo convinti di fare le cose fatte bene. Siamo diventati noi i capri espiatori di cose che succedono normalmente. Prendiamo esempio dagli inglesi che sono più bravi di noi.