La rapina shock subita da Cole e dalla famiglia, aggrediti in casa: “Ti tagliamo le dita”

"Non fare sciocchezze oppure ti tagliamo le dita". Ashley Cole ha rivissuto l'incubo della rapina subita due anni nell'udienza davanti al Nottingham Crown Court. Ha ricordato tutto con lucidità dolorosa, come fosse accaduto ieri: a fine gennaio 2020 la gang fece irruzione nella sua abitazione di Fetcham (nel Surrey), tenendo in ostaggio il giocatore e la famiglia sotto minaccia delle armi. A sua moglie, che faceva resistenza e non voleva essere legata, intimarono di non fare troppe storie e le misero la lama di un coltello sotto il naso. Un déjà vu terribile che s'è manifestato nell'aula di tribunale, i dettagli sono raccapriccianti e mettono i brividi addosso.
Una volta fatta irruzione, il gruppo di sei malviventi aveva fretta di agire, non voleva correre rischi e ha iniziato a urlare, costringendo l'ex giocatore della nazionale inglese e della Roma a indicare dove aveva nascosti gioielli, orologi, effetti personali di valore, a consegnare loro denaro contante… tutto quanto fosse in loro possesso. È in quegli attimi concitati che, dinanzi alla reticenza e al tentativo di avvertire la polizia, uno dei rapinatori ha impugnato le pinze e, rivoltosi a un compagno, gli ha suggerito di strappargli le dita se fosse stato necessario.

Panico e terrore hanno caratterizzato lo shock subito da Cole e dalla famiglia (in casa c'erano anche i due figli della coppia). La casa veniva messa a soqquadro sotto i suoi occhi e non poteva reagire. L'ex difensore era stato anche immobilizzato con delle fascette legate ai polsi e sulle loro dita era stato perfino spruzzato una sorta di spray per cancellare ogni eventuale traccia di Dna.
Operazione ben pianificata. È così che è stato definito l'assalto alla casa dell'ex calciatore, oggi 41enne e collaboratore tecnico nell'Everton e della nazionale under 21 inglese. I malviventi avevano studiato ogni aspetto: abitudini d'allenamento, date delle partite (allora giocava nel Derby County), spostamenti. Alcuni di loro sono stati anche individuati nonostante la fuga e il tentativo di far perdere le tracce. Il pubblico ministero è stato durissimo nell'esposizione dei fatti e nella ricostruzione di altri crimini del genere commessi dalla stessa banda: "Non erano turbati nemmeno dalla presenza dei bambini. Erano in misura maggiore o minore coinvolti in una serie di furti con scasso e rapine violente estremamente gravi ed eseguite a volte senza pietà".