Raphinha è il simbolo della crisi economica del Barcellona: inserita una clausola anti insolvenza
Uno dei colpi più importanti di questo calciomercato è stato messo a segno dal Barcellona di Laporta con l'acquisto a titolo definitivo del 25enne attaccante brasiliano Raphinha, trasferitosi dal Leeds alla società catalana per un affare da 65 milioni di euro. Ma dietro all'accordo, in questi giorni, dall'Inghilterra sono trapelate indiscrezioni precise sulla tutela che il club di Andrea Radrizzani ha preteso dal Barcellona, oramai per nulla credibile a livello finanziario viste le difficoltà economiche in cui versa.
Da questa cessione, il Leeds incasserà un totale di 58 milioni più altri 9 di bonus che si andranno a costituire cammin facendo, visto che il Barcellona al brasiliano ha fatto sottoscrivere un contratto lungo, di ben cinque anni con clausola rescissoria da capogiro: un miliardo di euro. Una trattativa che è stata condotta dal club di Laporta e dall'entourage del giocatore, con il Leeds che si è ritrovato quasi obbligato alla scelta, come ha raccontato lo stesso presidente degli inglesi: "Avevamo fatto un accordo con il Chelsea, scelta gradita anche dal giocatore ma diciamo che l'ascendente del Barça ha avuto la meglio facendo attendere e attendere per la decisione finale. Alla fine è andato al Barcellona, mostrando ancora una volta il potere che hanno in queste cose agenti e intermediari".
Ma il problema reale, non è questo. Si è discusso a lungo sulla situazione economica in cui versa la società di Laporta, indebitata fino al collo e tecnicamente fallita, ma in grado di fare ancora mercato con una serie di manovre che al momento ha visto gli azulgrana protagonisti con acquisti importanti (oltre a Raphinha, Kessier, Lewandowski, Koundè, Christensen) per un totale di oltre 200 milioni tra cartellini e ingaggi. Lo stesso presidente dei catalani, intervistato dal NY Times, ha provato a spiegare le modalità decise per provare a uscire dal guado e che hanno previsto e prevedono cessioni di asset non per rientrare dal debito ma per investire sul parco tecnico e obbligarsi a tornare a vincere (e incassare): "Non sono un giocatore d'azzardo" ha detto Laporta "faccio solo rischi calcolati".
Eppure, se da un lato la manovra sta funzionando riuscendo a fare mercato grazie alla vendita di diritti Tv, l'accordo sul naming del Nou Camp e altre cessioni immobiliari, si è ancora in attesa di capire se il Barcellona riuscirà a registrare tutti gli acquisti fatti rientrando nelle restringenti normative della Liga in fatto di bilanci. Intanto c'è chi non si fida più e qui ritorna il nome di Raphinha e del Leeds. Se è vero che il club inglese non ha potuto fare altro che accettare il passaggio del brasiliano in Catalogna, è anche vero che ha obbligato gli azulgrana a inserire una precisa clausola nel contratto.
L'allarme è suonato quando Laporta ha proposto al club inglese di accettare il trasferimento, ma chiedendo al Leeds di attendere fino al prossimo gennaio per renderlo effettivo e ricevere i primi pagamenti. Il tutto come tutela nel caso in cui il Barcellona non fosse riuscito a registrare il giocatore per poterlo farlo scendere in campo. Ovviamente il Leeds ha rifiutato e, come ha sottolineato il patron del Leeds Andrea Radrizzani, in un’intervista a The Athletic, ha preteso clausole ulteriormente stringenti: il pagamento di una larga parte del corrispettivo in anticipo e una clausola anti insolvenza.
Il Barcellona si è dovuto impegnare a pagare ulteriori 10 milioni al Leeds nel caso in cui non dovesse rispettare una sola scadenza del pagamento per Raphinha. A quel punto, il totale dell'affare toccherebbe i 75 milioni di euro, una cifra enorme cui Radrizzani cerca di non pensare: "Sarebbe ridicolo se il Barcellona non riuscisse a pagare, non potrei immaginare che qualcosa del genere possa accadere… ma a quel punto saremmo di fronte a un caso internazionale".