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Covid 19

Radovanovic racconta l’Italia contagiata dal Coronavirus: “Questo è peggio della guerra”

Ivan Radovanovic è il centrocampista del Genoa che ha vissuto un’adolescenza durissima: aveva 11 anni quando, a causa del conflitto in Kosovo, la Serbia era bombardata dall’Alleanza Atlantica. Nell’intervista a Il Secolo XIX definisce così la situazione attuale dell’Italia e dell’Europa contagiate dal Covid-19: “Questo è peggio della guerra”.
A cura di Maurizio De Santis
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"Questo è peggio della guerra". Nell'intervista a Il Secolo XIX di Genova è così che Ivan Radovanovic, mediano del Grifone, racconta come si vive in Italia in piena emergenza sanitaria per la diffusione dei contagi da Coronavirus (qui tutti gli aggiornamenti in tempo reale sull'evoluzione della situazione) esplosa nel cuore dell'Europa. Il serbo aveva 11 anni quando le bombe dell'Alleanza Atlantica deflagravano sui Balcani e su Belgrado, quando il conflitto in Kosovo incendiò quella porzione di Europa dissoltasi con il crollo del regime militare di Tito (la ex Jugoslavia). "Se hai vissuto certe esperienze nella vita non ti spaventa più nulla", diceva un anno fa quando gli chiedevano dei fischi e degli indulti presi dai tifosi. Oggi vede cosa sta accadendo e quei ricordi da ragazzino gli sembrano poca roba.

Per il serbo il campionato è già finito: operato al ginocchio per la rottura del crociato a fine febbraio, potrà tornare in campo solo a settembre se andrà tutto bene. L'aspetto sportivo, però, conta davvero poco se raffrontato alla stretta attualità degli eventi e delle cifre, della decisione da parte del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, d'imporre una stretta ulteriore a fabbriche e servizi pubblici per depotenziare la trasmissione della carica virale.

Quale Serie A troverà Radovanic ad agosto? Difficile dirlo adesso che è tutto in bilico a causa del Covid-19 e della trasmissione delle infezioni che ha colpito anche i club. Paulo Dybala (e con lui la fidanzata, Oriana Sabatini) è il terzo calciatore della Juventus coinvolto (prima dell'argentino era toccato a Daniele Rugani e Blaise Matuidi). Nella serata di sabato il Milan ha comunicato la positività al morbo di Paolo Maldini e di suo figlio Daniel, attaccante della Primavera aggregato alla prima squadra.

In totale sono 14 i giocatori che – pur non avendo manifestato sintomi oppure averli accusati in maniera lieve – sono inclusi nel registro dei casi registrati in poco più di due settimane. La Lega di Serie A e la Federazione hanno ipotizzato maggio come data per riprendere la stagione, magari giocando anche oltre il 30 giugno. Impossibile, però, segnare una data con certezza sul calendario.

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