Rabiot ha spiegato a Locatelli cosa doveva fare: il francese della Juve era preparato in storia
La vita spesso ha una sceneggiatura che lascia senza parole per quanto è incredibile. Domenica sera Manuel Locatelli ha chiuso un cerchio della sua vita a distanza di 7 anni. Precisi, spaccati. Era il 22 ottobre 2016 quando l'allora 18enne centrocampista di Lecco decideva in maglia rossonera un Milan-Juventus, finito 1-0 grazie alla sua legnata spedita nel sette di Buffon. Il 22 ottobre 2023 è il giorno atteso dal destino per regolare i conti a maglie invertite e far gioire stavolta la Juve per un gol segnato da Locatelli: una conclusione dalla lunga distanza deviata da Krunic in maniera imparabile per Mirante.
La felicità di Manuel è esplosa incontenibile: dentro quelle urla e poi nelle lacrime di fine partita c'era racchiusa tutta la storia di un calciatore spesso messo in discussione da quando nell'estate di due anni fa il club bianconero lo ha acquistato dal Sassuolo per la bella cifra di quasi 40 milioni inclusi i bonus. È bravo, ma non da Juve, non fa la differenza: questo si è sentito dire spesso Locatelli in questi due anni torinesi.
Del resto, se è lo stesso allenatore della tua squadra a mortificarti con parole dette in libertà, allora diventa dura. È esattamente quello che ha fatto Massimiliano Allegri nel settembre dello scorso anno, quando in una chiacchierata riportata da Mario Sconcerti disse al giornalista: "La Juve era stata pensata in un altro modo. Con Rabiot, Paredes e Pogba a centrocampo, più Locatelli a fare il primo che subentra. La Juve di adesso è virtuale. Provate a togliere all'Inter o al Milan cinque titolari, poi vediamo se vanno in difficoltà", aveva spiegato il tecnico livornese, provando a giustificare la disastrosa partenza stagionale della squadra bianconera. Insomma per lui Locatelli non era un titolare della sua Juventus, ma solo un buon panchinaro.
Manuel si è tappato le orecchie, non ha mai mollato e adesso si gode la rivincita, dopo aver deciso una partita che potrebbe avere un peso specifico molto elevato. Nello spogliatoio della Juve prima del match di San Siro c'era qualcuno che aveva predetto il gol di Locatelli, qualcuno che quel 22 ottobre 2016 non c'era, anzi era lontanissimo, visto che viveva a Parigi: Adrien Rabiot. Il francese giocava nel PSG, ma evidentemente seguiva la Serie A oppure si è fatto successivamente una cultura al riguardo: in ogni caso era molto preparato nella storia del nostro campionato.
"Rabiot mi aveva predetto il gol, ma mi aveva detto di farlo nella porta giusta – ha svelato Locatelli nel dopo partita, aggiungendo poi che anche a casa se n'era parlato, vista la ricorrenza precisa – Credo che la vita sia incredibile, questo è un segno dei destino. Per me questo stadio è speciale e rimarrà sempre speciale, stavolta ero dalla parte della Juve ed è stato incredibile. Lo dedico alla mia famiglia, ne avevo anche parlato con loro".