L'Italia non va ai Mondiali in Qatar e sembra assurdo, anzi è senza senso per la partita che abbiamo giocato contro la Macedonia del Nord. Eppure il senso ce l’ha, direbbe il poeta, perché avere una squadra con più o meno gli stessi uomini che non si qualifica per la seconda volta ai Mondiali non può essere un caso. I nostri attaccanti sono mediocri, meglio essere chiari perché altrimenti si possono buttare nel pentolone tante erbacce, senza capire quella che puzza davvero.
Insigne è un regista offensivo che non ha spunto e non riesce a rifinire con precisione, non riesce a dare la palla a tempo né sulla corsa né sul piede, sbaglia decine di volte ogni volta che gioca con il Napoli e ovviamente anche in Nazionale. Immobile è un attaccante normale, con un’ottima esplosività, ma nelle partite con difese bloccate non riesce mai a uscire fuori da una marcatura e prendersi lo spazio che serve per anticipare il marcatore. Tecnicamente è ai limiti della serie inferiore e quando gli spazi si stringono non ha la classe necessaria per uscirne fuori con successo. Berardi è dinamico, ci mette tutto quello che ha, ma è un calciatore che ha giocato una carriera intera nel Sassuolo e non ha mai fatto né voluto fare il salto di qualità. Un attaccante fra i tanti, non uno a cui puoi affidare il tuo destino.
Molti degli altri che sono scesi in campo stasera non hanno giocato male. Verratti ha giocato la sua migliore partita con la Nazionale, bene anche i due centrali di difesa e discreti anche i laterali. Barella è senza energie da un anno e qualcuno dovrebbe farlo sedere e rifiatare altrimenti si spolmona prima di diventare una star, come potrebbe essere, Jorginho ha giocato alla sua maniera, forse poteva anche farsi vedere di più sui 30 metri, ma c’era già Verratti che ha creato gioco a rotta di collo senza che sia servito a nulla. La Macedonia del Nord ci ha messo tutto quello che aveva, soprattutto gambe e piedi per deviare palloni diretti in porta, ma se hai attaccanti bravi spalanchi la porta davanti a te e non ci sono gambe che possono frapporsi.
Certo, questa squadra ha vinto un Europeo otto mesi fa e nessuno può infangare quella vittoria. È stata una vittoria di questo gruppo (con Federico Chiesa in forma strabiliante che oggi non c’era) e con tanti uomini presenti al Barbera oggi che hanno giocato divinamente. Ma non basta, l’esplosione fragorosa di un mese non può togliere l’etichetta a questa generazione azzurra di essere stata forse una delle peggiori della storia della Nazionale. I nostri club sono ai minimi storici in Europa, veniamo letteralmente scherzati dalle squadre inglesi e spagnole quando le incontriamo e non proponiamo più idee. L’unica squadra che regge l’urto con grandi difficoltà è ancora l’Atalanta, l’unica che vuole e cerca qualcosa di diverso. Ma non è solo questione di idee.
Facciamo un gioco: togliamo Immobile e Insigne e mettiamo in attacco Malinovskyi e Muriel. Più o meno stesse posizioni, si potrebbe addirittura dire più o meno stesso corpo, stesse caratteristiche, eppure solo immaginare quei due in avanti ci dà l’idea di un calcio più verticale, rapido, preciso, imparagonabile rispetto alla mollezza nella confusione atletica che abbiamo visto stasera. Ci muoviamo malissimo, muovendoci tantissimo, alla fine eravamo stremati e non siamo riusciti a chiudere su Trajkovski che ha tirato da 25 metri. Uscire due volte dai Mondiali non può avere giustificazioni. Per tutti, anche per Mancini che deve rendersi conto la partita che la Macedonia del Nord viene a fare in Italia e far giocare altri calciatori.
È tutto da rifare, questa volta sul serio, da zero, tanto agli Europei ci vanno quasi tutti. Bisogna far giocare soprattutto in attacco calciatori nuovi, provarne tanti e cercare di trovare un assetto definitivo. Questa generazione ci ha scioccato in negativo ancora una volta e non ha più nessuno senso puntarci sopra ancora una volta. In questo caso il senso per dire Basta! è evidente.