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Quello che non si è visto degli scontri tra ultras del Napoli: “Un’intera curva in ostaggio”

La testimonianza inviata a Fanpage.it da una tifosa presente in Curva B, allo stadio Maradona, per Napoli-Milan: il racconto del clima di tensione generato dalla protesta degli ultras nei confronti di De Laurentiis.
A cura di Redazione Sport
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Napoli-Milan non è stata la partita che i tifosi partenopei si aspettavano. Non c'entra il risultato ampiamente negativo rimediato sul campo, quanto i fatti avvenuti sugli spalti e allo stadio prima, durante e dopo l'incontro. La protesta annunciata dagli ultras contro De Laurentiis è sfociata in violenti scontri in Curva B tra gli stessi sostenitori del Napoli. È stato il momento più critico di una serata scivolata via in un clima di forte tensione, ben raccontato dalla testimonianza inviata a Fanpage.it da una tifosa di lungo corso, presente in Curva B come ad ogni partita casalinga. Di seguito il suo racconto degli eventi.

L'arrivo degli ultras allo stadio per Napoli-Milan

Alle 20:10 circa arrivo all’ingresso del prefiltraggio in Curva B. Sugli spalti ad aspettarmi ci sono mia sorella, il marito e mio nipote di 10 anni con un’altra famiglia e un bambino. Sono quasi arrivata ai controlli dove si esibisce il biglietto quando un’orda di 200-300 persone arriva, sbatte letteralmente per aria la gente e pretende di entrare senza fare la fila. Cantano "Napoli siamo noi", "Non ci avrete mai come volete voi". Succede sempre, qualcuno dice, ma stavolta si percepisce che c’è qualcosa di diverso nell’aria: l’intenzione di entrare per fare "casino" si avverte. Uno di loro, proprio alle mie spalle, chiede di farmi da parte. Io mi oppongo e dico: "Chiedete il rispetto e poi non lo avete per gli altri". La risposta: "Noi non c'entriamo niente, la colpa è del presidente". Alle 20:30 circa siamo ancora lì, nessuno riesce a opporsi mentre gli ultras continuano a entrare a centinaia. Qualcuno commenta: "È inutile non possiamo fare niente noi, solo lasciarli passare". Tutto questo accade sotto gli occhi degli steward e con zero forze dell’ordine a garantire l’ordine. Molti decidono cambiare ingresso e rifare la fila.

Il momento degli scontri tra ultras del Napoli in Curva B durante la partita con il Milan
Il momento degli scontri tra ultras del Napoli in Curva B durante la partita con il Milan

Gli scontri tra gli ultras del Napoli in Curva B

Una volta dentro prendo posto come al solito nella zona alta della curva e tutto sembra apparentemente tranquillo. Apparentemente, appunto. Dopo la lettura delle formazioni, gli ultras, sistemati senza bandiere al centro della curva, fanno partire cori contro il presidente: "De Laurentiis figlio di p…", "Napoli siamo noi", "Non ci avrete mai come volete voi". Saranno circa 2000-2500, con qualche ragazzino che li segue. Da una parte della curva e dal resto dello stadio i tifosi subissano di fischi gli stessi ultras del Napoli. Qualcuno, proprio nella zona confinante con il perimetro solitamente occupato dai gruppi, non ci sta e si ribella. Si scatena il putiferio: botte da orbi e persone che scappano dalla zona centrale della curva.

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D’istinto mi giro verso mio nipote per tranquillizzarlo. Cerchiamo di fare gli indifferenti e di farlo concentrare sulla partita, ma lui e il suo amichetto guardano solo verso gli spalti. Fortunatamente eravamo defilati rispetto al centro della curva in una zona con tante famiglie, tutte intente a far mantenere la calma per evitare di scatenare il panico. Nessuno guarda la partita: a stento ci rendiamo conto del primo gol del Milan, perché il pensiero in quel momento è solo prendere i bambini e andare via. La situazione però sembra calmarsi, a parte strani movimenti in corrispondenza degli ingressi della curva, e all’intervallo si parla solo di quello che è successo tra gli ultras.

La protesta nel secondo tempo

La tregua si interrompe a circa un quarto d'ora dalla fine della partita. Tutte le uscite della curva si illuminano all’improvviso e si intravedono tifosi con il volto coperto, spuntati da chissà dove, che cercano di lanciare in campo fumogeni e petardi. È l'istante peggiore, quello in cui tutti abbiamo provato la sensazione più brutta, l'impotenza: ci siamo sentiti minacciati e circondati nella nostra stessa curva, con la paura che si scatenasse il panico tra la folla. Stavolta non solo il perimetro ultras, ma tutta la curva era ostaggio di queste persone. È stato questo il momento in cui abbiamo visto il terrore negli occhi di mio nipote e del suo amichetto, complice un clima pesante come neanche nelle fasi più negative della storia recente del Calcio Napoli. Decidiamo di andare via: saliamo verso una delle poche uscite libere e lasciamo lo stadio di corsa.

La protesta degli ultras nel secondo tempo di Napoli-Milan
La protesta degli ultras nel secondo tempo di Napoli-Milan

Con noi c’erano tante persone che stavano praticamente scappando. Mi ha colpita una signora in lacrime, col marito che la consolava. Gridava: "Non è possibile che siano 50 stupidi a rovinarci, a rovinare un'intera città". Lo ripeteva mentre scendeva le scale, piangendo. Una serata che sarebbe dovuta essere una festa si è trasformata in un incubo. Sono tornata a casa letteralmente provata da questa vicenda e ripenso alle parole di mio nipote dopo la partita: "Stasera mi sono vergognato, non del risultato, ma di queste persone che fanno parte della mia città e della mia squadra". A 10 anni, la bocca della verità.

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