“Quel ragazzo alla Suning usa i soldi degli altri”: l’Inter pronta all’esposto contro Commisso
Continua la guerra tra la Fiorentina e gli altri club di Serie A alla quale il presidente viola Rocco Commisso sta partecipando in prima linea da mesi, restando sul fronte e guidando l'attacco. Una guerra sempre meno ‘fredda' e che sta prendendo una piega diretta contro una schiera di nemici sempre più delineata: Juventus, Milan, Inter. Le grandi del calcio italiano che per il numero uno della Fiorentina rappresentano il male del nostro movimento e come tale dovrebbero essere estirpate o punite dalle autorità competenti.
L'ultima cannonata è arrivata nell'intervista rilasciata al Financial Times dove l'imprenditore italo americano ha dato fuoco alle polveri su temi che avevano già incendiato nei giorni scorsi la Santa Barbara del Consiglio di Lega, con un feroce faccia a faccia tra Barone e Marotta che, elmetto alla testa e baionetta alla mano, si sono affrontati a suon di minacce e provocazioni. Una scena che potrebbe rappresentare solamente il prologo di un lungometraggio del quale ora stiamo assistendo solamente al primo tempo. Perché nelle scorse settimane, il numero uno gigliato era già andato a ruota libera.
Una sorta di "Missione Impossibile" dove nella parte di Tom Cruise c'è proprio Rocco Commisso che prova ad aver la meglio delle trame nemiche. Nelle ultime dichiarazioni rilasciate al Financial Times, ha puntato di nuovo l'indice sui ‘grandi' del calcio italiano: "Chi altro ha fatto quello che ho fatto io in Italia? Vuoi che li elenchi? Non gli Agnelli. Il nonno, forse, non i nipoti. Non Gordon Singer al Milan. Non quel ragazzo alla Suning. Usano i soldi degli altri". Parole affilate come coltelli che hanno lasciato il segno, perché davanti all'ultima offensiva adesso l'Inter sembra giunta al momento di schierare la contraerea pesante.
Già nel confronto diretto tra Barone e Marotta, la società nerazzurra aveva paventato ripercussioni legali: le illazioni del braccio destro di Commisso in Lega su scudetti vinti senza pagare gli stipendi, indici di liquidità dimenticati, mercati fatti senza avere soldi a disposizione, avevano spinto il dirigente nerazzurro a minacciare una denuncia formale in procura federale. Oggi, si ritorna allo stesso punto: in casa Inter non sono state per nulla gradite le ultime dichiarazioni e si sta lavorando per capire se vi sia spazio per aprire un esposto nei confronti del proprietario della Fiorentina.
La società nerazzurra non ha mai nascosto il problema stipendi della stagione tricolore, ma decise di pagare gli arretrati solamente in modo successivo sfruttando la possibilità – a suo tempo concessa a tutti i club dalla Figc – di dilazionare i pagamenti vista l'emergenza Covid che aveva prima messo in ginocchio e poi fermato il campionato italiano. Ultimamente, a più riprese, i nerazzurri avevano sempre evidenziato il rispetto delle regole sempre gestendo le difficoltà finanziare nel rispetto delle norme in vigore. A dimostrazione del tutto, una ultima campagna estiva votata alle cessioni (Hakimi e Lukaku per entrate vicine ai 150 milioni) e a un autofinanziamento forzato davanti all'ultimo bilancio da record negativo.
Dall'altra parte, la Fiorentina che ha sempre cavalcato l'idea che debbano essere puniti e sanzionati coloro che non rispettano le regole. Sia da un punto di vista amministrativo sia sul fronte sportivo. Pene pecuniarie e punti di penalizzazione, per dirla in modo aperto: scelte che per la società viola mai sono state avvallate da una Figc che ha sempre taciuto di fronte alle eccezioni. Non a caso nei mesi scorsi, la Fiorentina stessa provò un'ultima provocazione, al momento finita nel silenzio, pubblicando il proprio stato economico e il conseguente indice di liquidità, "invitando" la Lega a richiedere pubblicamente altrettanto agli altri clubper vedere chi avrebbe potuto fare mercato e – soprattutto – avesse i conti in ordine. Ora, l'ultima cannonata che sembra essere andata a segno. L'Inter si dice pronta a reagire: il film è pronto per il suo secondo tempo.