Quel che non si è mai visto di Mino Raiola, così lavorava il re: “Ora farò un gioco di prestigio”
Paul Pogba è uno di quei calciatori che deve la propria carriera a Mino Raiola, e uno di quelli che, viceversa, hanno contribuito molto ad elevare lo status del procuratore che, negli anni, è diventato il più grande della storia del calcio. La chiave del successo dell'agente, scomparso prematuramente lo scorso 30 aprile all'età di 54 anni, è stata da sempre solo una: il rapporto umano e paterno che instaurava con ogni calciatore della propria scuderia. Nel documentario "Pogmentary" prodotto da Amazon Prime Video sulla vita di Pogba, promesso sposo della Juventus con il suo ritorno previsto in questa sessione di mercato, si può chiaramente verificare, in più spezzoni, questa dinamica.
Le parti in cui si vede parlare Raiola sono state registrate a fine 2021. Al termine del primo episodio, la dolce dedica di Pogba: "In omaggio a Mino", con una foto risalente ai tempi della Juve. Dal suo ufficio di Montecarlo il super agente parla in scioltezza, come suo solito: il suo rapporto con Pogba, la gestione del suo futuro in prossimità della scadenza del contratto con il Manchester United, tutti gli interessi legati al Polpo. Gli parla come un figlio, in conversazioni che spesso trasudano internazionalità: i confronti avvengono in tre lingue (italiano, inglese e francese), spesso alternate nello stesso discorso. Sin dall'inizio della mini-serie ci sono riferimenti alla stampa risalenti a quando, proprio Mino Raiola, aveva dichiarato che il suo assistito fosse scontento al Manchester United e che quindi, avendo ancora solo un anno di contratto, la società avrebbe dovuto venderlo per non perderlo a zero (proprio lo scenario che si è poi realizzato).
Ma la prima apparizione di Mino Raiola nel pieno dell'operatività avviene in una videochiamata, in cui subito si nota il rapporto confidenziale con Pogba, che gli dice: "Oddio, cosa sono quegli occhiali? Sembri Elvis". E il centrocampista subito dopo lo presenta come "Mino, il terrore dei club", il re del calciomercato.
Le prime parole che Raiola pronuncia non sono per nulla banali e riguardano l'opinione pubblica sulla propria figura: "Non mi interessa quello che la gente dice, che parlino pure. Finché la mia famiglia e i miei giocatori sono felici, il resto non mi riguarda". Parole che fanno realmente comprendere quanto la sua vita si focalizzasse su quella dei propri assistiti, primi elementi in assoluto da considerare e preservare, per poi aggiungere: "Nemmeno Gesù era amato da tutti. Lo hanno crocifisso". E la chiave menzionata poc'anzi sul rapporto paterno, viene rivelata subito dopo: "Mi dico sempre – dice il procuratore – ‘Chiediti cosa faresti se fosse tuo figlio' ".
Ma nella serie vengono rivelati alcuni retroscena proprio sui ragionamenti del campione francese da un anno a questa parte: "Preferisco che tu vada via ora e non perda un anno – dice Mino, che poi mette in chiaro – L'ultima volta che ho parlato coi capi, hanno detto che vogliono assolutamente tenerti. Sei una parte importante del marchio United". E Pogba risponde: "Quando vuoi davvero una ragazza, fai di tutto per averla, non aspetti finché non pensi che magari se ne andrà, per deciderti a tornare da lei. Se un giocatore non si sente più importante nel suo club, è finita". La priorità di Pogba, sin dall'anno scorso, era quella di lasciare lo United. "Quello che mi rende felice – dice – è far parte di un progetto in cui sono coinvolto. Qui al Manchester, dopo l'infortunio, non mi hanno aiutato, non mi hanno prestato attenzione, non gli importava di come stavo".
E qui si giunge a un momento clou, quello in cui nel corso di una riunione con Raiola e l'avvocato Rafaela Pimenta – legale che da anni segue Pogba e ora ha preso le redini della scuderia di Raiola – si ragiona sull'ipotesi Juventus: "La Juve non può permetterselo – dice chiaramente Raiola – Pensiamo ad altre squadre. Ho chiesto un incontro con il PSG e già avuto due incontri con in Barcellona. Aspetto di vedere cosa faranno loro e anche il Real". Ma le ipotesi di mercato si susseguono nel docu-serie. Nel terzo episodio ci si concentra sulle notizie che vorrebbero il centrocampista al Paris Saint-Germain e anche Mino Raiola ammette: "Mi piacerebbe vederlo al PSG, potrebbe dare il meglio di sé".
Nella quarta invece il procuratore gli dice al telefono che il Manchester gli ha fatto un'altra offerta per il rinnovo del contratto: "Vogliono davvero che tu rimanga, ma ho detto che per me l'offerta non lo dimostra". "Bene!" risponde Paul, mentre guida tra le strade di Miami con il procuratore in vivavoce. "Se ti vogliono davvero, questa volta devono fare qualcosa di diverso e mettere i soldi sul tavolo". "Stanno bluffando! – aggiunge Pogba – Come puoi dire a un giocatore che lo vuoi e non offrire nulla? Incredibile". Ma su questo l'ex procuratore vuole precisare: "Molti pensano che in questo lavoro i soldi siano tutto, ma non sono niente: sono solo il punto di arrivo, quello che conta è tutto ciò che sta in mezzo".
Nell'episodio conclusivo, l'agente spiega: "Paul non è preoccupato, ci sono dieci club che lo vogliono. Deve solo scegliere dove andare. Ma non lo so, forse resterà al Manchester. È come un gioco di prestigio alla David Copperfield: sai, quando tira fuori qualcosa, dove va a finire?". Le ultime parole di Pogba segnano il rammarico che aveva qualche mese fa: "Voglio solo far capire che il Manchester non doveva aspettare tanto per offrirmi un contratto e spiegare agli altri club che lo United ha commesso un errore a non offrirmi un contratto".
Una storia insomma, quella di Pogba con i Red devils, iniziata male e finita peggio. La prima esperienza era terminata con il passaggio alla Juve come se fosse uno scarto, e nella seconda, durata sei anni, il centrocampista non è mai riuscito ad esprimersi in maniera completa. Le accuse, anche piuttosto pesanti, nei confronti del club, spiegano anche la scelta di far uscire il contenuto proprio in questo periodo, quando non ci possono più essere ripercussioni per il calciatore che non è più un loro tesserato. Adesso le nuove vecchie tinte bianconere lo aspettano e la sua speranza è che possano farlo tornare a essere felice, anche adesso che ha perso il suo papà adottivo.