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Superlega europea di calcio

Quanto tempo servirà per vedere davvero la Superlega in campo dopo la sentenza, secondo l’esperto

La sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea apre la strada a una nuova, possibile organizzazione del mondo del calcio, finora sotto l’egida del monopolio di Uefa e Fifa. La domanda è una in particolare: club e giocatori di un’eventuale Superlega possono prendere parte a Champions e campionati nazionali?
Intervista a Cesare Di Cintio
Avvocato esperto di diritti sportivi e fondatore di Dcf Sport Legal
A cura di Redazione Sport
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La sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea segna una cesura col presente e nel mondo del calcio apre le porte a un nuovo rapporto tra società, Federazioni e nuovi soggetti (come la Superlega) che, forti anche del verdetto, adesso sono pronti a proporre perfino piattaforme alternative per la messa in onda dell'intrattenimento e dello spettacolo sportivo, in forma gratuita e che va anche oltre la trasmissione delle singole partite.

La sentenza della Corte UE è una vittoria indiscutibile di A22 sulla Uefa.
"Ci troviamo dinanzi a una svolta epocale: di fatto, la UEFA non deterrà più il monopolio per organizzare le competizioni. Dal punto di vista processuale, come in ogni causa, chi ricorre parte da una posizione di svantaggio dove ogni decisione parziale gli offre un risultato migliore rispetto a quello da cui è partito e qui il risultato è andato ben oltre. La delicatezza della questione e la complessità della decisione necessitano comunque uno studio approfondito della vicenda che ora può essere nota solo sommariamente".

Qual è la conseguenza più immediata?
"Credo che la conseguenza principale sia un enorme cambiamento. La European Superleague Company lo aveva già annunciato, è pronta a partire subito con l’organizzazione di una competizione alternativa a cui, sembra, potrebbero partecipare molti club".

Come cambia lo scenario del calcio europeo nel breve termine?
"Come anticipavo, nel breve termine non credo ci saranno mutamenti drastici, ma se parliamo di medio termine sostengo che i cambiamenti potranno avvenire ed essere di gran peso. Ora la concorrenza è libera e quindi chi può garantire uguali servizi e migliori benefici ha la meglio sugli altri, anche se non è detto che sia proprio la European Superleague Company. In ogni caso, questa decisione darà il via libera ai futuri tentativi di istituire competizioni sportive alternative rivali accanto a quelle tradizionali.
Tuttavia, il monopolio della UEFA sul calcio europeo non salterà immediatamente, perché negli ultimi anni la UEFA stessa ha adottato diverse misure in risposta all'iniziativa della Superlega. Tre anni fa, è stata introdotta una terza competizione continentale, la Conference League, e l'anno prossimo sarà lanciato un nuovo modello per la Champions League che coinvolgerà 36 squadre partecipanti invece di 32, generando circa il 50% di partite in più. Questa tattica renderebbe difficile per la Superlega, o per altri attori, negoziare con la UEFA una quota del calendario calcistico europeo, a meno che non sia il club di turno a scegliere di abbandonare il sistema.
Inoltre, la UEFA gode attualmente dell'esclusiva con le emittenti internazionali sulle competizioni calcistiche fino al 2027 e persino l'accesso alla più grande novità del calcio, la Coppa del Mondo FIFA per club, che inizierà nel 2025, sarebbe garantita attraverso la partecipazione alle gare dell'UEFA".

Cosa cambia dalle prospettive della UEFA e dell’attuale modello di governo?
"La certezza, al momento, è la fine della condizione di monopolio che eravamo abituati a conoscere. Ma è ancora troppo presto per prevedere in quali termini avverrà il cambiamento".

Quali prospettive invece schiude per A22 e il progetto di Superlega?
"La decisione riguarda la situazione di FIFA e UEFA e non entra nel merito della questione Superlega. Il principio di libera concorrenza è stato ribadito, ma non è ancora detto che l’eventuale progetto venga automaticamente approvato".

A22 ha a disposizione ulteriori strumenti per provare a contrastare la posizione dell’UEFA?
"In termini processuali una decisione della Corte di Giustizia Europea, salvo casi specifici, è una decisione inappellabile".

È possibile ipotizzare una coesistenza tra UEFA e Superlega sul modello di FIA e Formula 1?
"La sentenza si focalizza sul principio del diritto di libera concorrenza e, al momento, è impossibile stabilire quali equilibri possano eventualmente stabilirsi in uno scenario futuribile e ancora da definire. Il modello di FIA e Formula 1, oltretutto, è riferito a un settore che ha la sua storia e le sue specificità".

La sentenza della Corte Europea rischia di avere un impatto anche a livello FIFA?
Gli effetti collaterali di qualsiasi decisione adottata di questo tipo comportano conseguenze su larga scala, soprattutto su enti correlati come UEFA e FIFA. Non è escluso che anche la FIFA possa risentirne, ma non sempre il cambiamento produce conseguenze negative, credo che l’importante sia anche come UEFA e FIFA sapranno cogliere gli aspetti importanti della vicenda.

Rispetto alla sentenza Bosman, quanto è storica la sentenza di oggi?
Nel 1995 la Corte di Giustizia Europea ha emesso la famosa sentenza Bosman, che consentiva ai giocatori di trasferirsi in un nuovo club alla scadenza del contratto senza alcuna commissione di trasferimento. Tale sentenza ha aperto la strada affinché i giocatori potessero godere degli stessi diritti di libertà di movimento dei dipendenti di altri settori.
Quasi trent’anni dopo, questa sentenza sancisce ancora una volta il diritto di libera concorrenza, questa volta non più in merito a una condizione riguardante i singoli individui. Qualunque sia l'esito pratico della sentenza essa costituirà una pietra miliare nel rapporto tra il diritto comunitario della concorrenza e la governance sportiva in Europa, le cui ripercussioni andranno oltre il calcio.

Il divieto di sanzioni per UEFA e FIFA consentirebbe a club e giocatori di un’eventuale Superlega di continuare a prendere parte a Champions, campionati nazionali?
Partendo dal presupposto che la situazione è ancora profondamente in divenire, questo dipenderà dalla reazione e dalle contromosse che UEFA e FIFA adotteranno dopo questa sentenza. L’obiettivo, lato loro, sarà verosimilmente quello di tutelare il patrimonio sportivo, culturale ed economico maturato in tutti questi anni e cercare di non disperderlo con le giuste contromisure.

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