Quanto si sono mancati Cristiano Ronaldo e Benzema negli oltre 1000 giorni dopo Kiev
Kiev. Maggio 2018. Al minuto 89 della finale di Champions League tra Real Madrid e Liverpool, sul risultato di 3-1 per i blancos, Karim Benzema lasciava il campo per Marco Asensio, a vittoria ormai acquisita. In quel momento il sorridente saluto di Cristiano Ronaldo al suo compagno di reparto non sembrava avesse il sapore dell'addio. Pochi minuti dopo, la conferma della dipartita del portoghese da Madrid avrebbe spezzato una coppia offensiva che aveva funzionato molto più di quanto facessero comprendere i numeri. Arrivato al Santiago Bernabeu nella stessa infuocata del 2009 proprio insieme a CR7, Benzema aveva faticato non poco per conquistare il ruolo di suo partner titolare, lottano per quattro anni con Gonzalo Higuain. Una volta partito il Pipita, il francese si sarebbe consacrato come il perfetto scudiero per il portoghese. Oggi, tre anni dopo quella finale, i due si ritrovano da avversari in un Portogallo-Francia ad alto voltaggio. E probabilmente si saluteranno consapevoli di aver perso il loro miglior socio di sempre.
Aprire gli spazi
Da quando, nell'estate del 2013, il franco algerino è stato designato partner definitivo del lusitano, il Real Madrid ha vinto quattro Champions League in cinque stagioni. Un dato che conferma l'efficacia della società creata da Benzema e CR7. Il nativo di Lione, spesso accusato di poca concretezza sotto porta, risultava fondamentale per aprire gli spazi giusti in campo aperto a Ronaldo, il quale ha approfittato dell'intelligenza tattica e delle doti da rifinitore del suo compagno di reparto per diventare il capocannoniere della Champions in quattro occasioni. Il 7 della Juventus e il 9 del Real sono, in fin dei conti, il primo e il quarto miglior marcatore di sempre della grande competizione europea. Appena però Cristiano ha deciso di lasciare Madrid, sebbene il rendimento individuale di entrambi non sia fondamentalmente cambiato, è stato proprio in Champions che nessuno dei due è più riuscito a trionfare. Il portoghese è stato eliminato due volte agli ottavi e una ai quarti con la Juventus, mentre il transalpino è stato rimbalzato due volte consecutive agli ottavi e l'ultima in semifinale dal Chelsea campione. Riassumendo, entrambi si sono mancati tantissimo.
Destini diversi in patria
Se CR7 è un idolo assoluto in Portogallo, per Benzema non si può dire lo stesso. Anzi. Dopo cinque anni e mezzo di ostracismo da parte di Didier Deschamps per via della presunta complicità dell'attaccante madrileno nello scandalo relativo a un video hot di Mathieu Valbuena, il suo ritorno in nazionale è stato accolto con gioia dai francesi, ma non ha visto un miglioramento delle sue statistiche con la maglia dei Bleus. Se già prima del suo ritorno in nazionale il numero 9 del Real aveva vissuto un lunghissimo periodo di digiuno – ben 1222 minuti da giugno 2012 a ottobre 2013 -, al mondiale del 2014 aveva messo a referto appena tre reti nel girone contro Honduras e Svizzera, senza più contare altre segnature in tornei ufficiali. Nel suo storico nel torneo europeo, infatti, Benzema è ancora a quota zero in otto incontri dopo aver effettuato ben 30 tentativi di tiro. Una miseria assoluta per un centravanti che negli ultimi anni si è affermato come uno dei più forti dell'intero panorama calcistico.
I numeri di Ronaldo, invece, sono opposti. Il capitano del Portogallo, campione d'Europa in carica, ha all'attivo ben 107 reti in 177 incontri con la sua nazionale, e non ha mai smesso di essere un punto di riferimento per i calciatori che lo hanno accompagnato negli ultimi 18 anni di convocazioni, oltre che per il commissario tecnico Fernando Santos. A livello di club, tuttavia, Ronaldo ha risentito moltissimo della perdita di una spalla come Benzema, il miglior attore non protagonista dell'ultimo decennio, un attaccante con i piedi di un trequartista che a sua volta ha lamentato l'assenza del grande bomber nelle grandi notti europee di Champions.
Stasera i due si ritroveranno oltre 1000 giorni dopo Kiev, l'ultima notte in cui hanno alzato al cielo la coppa dalle grandi orecchie. La loro sarà una sfida tra espatriati che hanno vissuto due esperienze diverse con addosso la bandiera del proprio paese. Oggi, al fischio d'inizio, romperanno probabilmente il protocollo Covid salutandosi affettuosamente, come facevano dopo ogni gol confezionato al Bernabeu. Dopo, per la prima volta si affronteranno da rivali, con in palio l'obiettivo della qualificazione agli ottavi dell'europeo. E non guarderanno in faccia nessuno. Neanche il loro miglior socio di sempre.