Quanto è difficile sostituire Cristiano Ronaldo, lo ha scoperto Pirlo dopo Sarri
Allergico alle sostituzioni. Dal campo Cristiano Ronaldo non vorrebbe mai uscire se non al triplice fischio dell'arbitro. Quando vede i suo numero comparire sulla lavagnetta elettronica la prende male. Ed è anche peggio se annusa anche solo la possibilità di trovarsi nella serata giusta per realizzare una tripletta. È successo anche martedì sera nella partita di Coppa Italia vinta contro l'Inter a San Siro: sua la doppietta che spinge i bianconeri verso la finale dell'Olimpico ma appena si accorge che Pirlo sta per richiamarlo in panchina cambia espressione.
Deluso, scontento, borbotta qualcosa, fa una smorfia palese che il tecnico ignora mentre CR7 gli passa davanti e lo guarda di sbieco. È stato anche lui calciatore e sa cosa significa, gli scherzi che la tensione agonistica ed emotiva spesso fanno soprattutto se sei un campione abituato a dare tutto. Ma adesso che è dall'altra parte della barricata cambia la prospettiva nelle valutazioni e nelle decisioni da prendere. "Ronaldo è una colonna della squadra – ammette Pirlo – ma qualche volta può anche riposare. Quando è uscito gli ho spiegato che la sostituzione era necessaria perché c’è una partita molto importante sabato (contro la Roma in campionato, ndr). E voglio che lui sia al massimo proprio con l'Inter".
L'ex Real non darà seguito all'episodio, anzi lo cancellerà con un messaggio a corredo del post pubblicato dopo la partita. "Grande vittoria di squadra! Abbiamo bisogno di questo spirito", sottolinea il cinque volte Pallone d'Oro soddisfatto anche dalle statistiche: in media va a bersaglio ogni 87 minuti e con le 2 reti realizzate a San Siro è a 22 gol in 23 partite stagionali (15 in Serie A, 4 in Champions, 1 in Supercoppa, 2 Coppa Italia). È all'ottava doppietta stagione e non ha eguali nei cinque maggiori campionati continentali allargando lo spettro a tutte le competizioni.
Con Sarri le cose andarono male: CR7 sbottò in occasione del cambio avvenuto a Mosca in Champions. Il tecnico lo sostituì all'82° per un problema muscolare ma lui non gradì. Reagì d'impulso, invece, quando al 55° della ripresa l'allenatore lo richiamò in panchina durante la sfida col Milan: in realtà in panchina Ronaldo non tornò ma si diresse verso l'uscita che conduce allo spogliatoio e lasciò addirittura lo stadio in anticipo senza salutare nessuno. Negli ultimi 10 anni era stato sostituito prima dell'ora di gioco soltanto in 9 occasioni.