Quando Tommasi giocò in Serie A per 1500 euro al mese: un gesto di rara riconoscenza
L'ex calciatore Damiano Tommasi oggi è diventato il nuovo sindaco di Verona, battendo al ballottaggio il primo cittadino uscente Federico Sboarina. Tommasi ha ottenuto la carica con tutta la tenacia che l'ha contraddistinto sul campo da gioco e che ha trasferito nella sua nuova vita politica, una volta ritiratosi. Nel mondo del calcio, il neosindaco è stato infatti un personaggio atipico, dentro e fuori dal rettangolo verde. Ottimo calciatore sul piano tecnico, anomalo fuori dal campo, tra la fine degli anni novanta e l'inizio degli anni duemila è stato protagonista nella Roma, vincendo anche lo scudetto del 2001, della Nazionale e poi anche da dirigente.
Ma a differenza di tanti altri del suo mondo, tutto questo è stato possibile non solo per tecnica, ma soprattutto per il suo modo di pensare. Tommasi è un riflessivo, uno che si è sempre distinto dalla massa perché ha sempre avuto una grande testa e una grande etica. Anche per questo, dopo aver concluso la sua esperienza da presidente dell'AIC (Associazione Italiana Calciatori) ed essere diventato consigliere federale della FIGC, ora ha ottenuto quest'altro grande successo.
Non è un caso che dopo la conquista dello scudetto con la Roma, Capello lo definì come il giocatore più importante della squadra. Più di Totti e Montella, più di Batistuta. Tommasi era in origine un centrale di centrocampo, ma poteva giocare come mezzala e ala: era in grado di ricoprire tutte le posizioni della metà campo, ma soprattutto era fondamentale con la sua tecnica in fase d'impostazione.
Ma nell'estate del 2004 c'è un episodio che segna drasticamente l'ascesa da calciatore del centrocampista veneto: durante l'amichevole di precampionato Roma-Stoke City, a causa di un contrasto duro con Gerry Taggart, gli esplode praticamente il ginocchio. Gli si rompe tutto ciò che poteva rompersi: crociato anteriore e posteriore, collaterale mediale esterno e interno, due menischi, infrazione dei condili e del piatto tibiale. Ed è qui che il giocatore si dimostra in assoluto diverso dalla massa.
Dato che ovviamente il recupero si prolunga in tempi lunghissimi, arrivando a sfiorare un anno e mezzo di stop, Damiano prende infatti una decisione: chiede di rinegoziare il contratto e ne firma uno di un anno al minimo sindacale di 1500 euro al mese. Un gesto di riconoscenza verso la società che lo aveva seguito e aspettato durante l'infortunio. Ma non solo: prima ancora, poiché il contratto aveva scadenza al termine della stagione 2004-2005, era stato il primo e l'unico a firmare ufficialmente l'ok alla proposta di spalmatura dell'ingaggio.
Gesti di correttezza, premiati da applausi e abbracci dei compagni al suo rientro a Trigoria e da quella grande stima che sicuramente lo ha aiutato anche in questa sua carriera post calciatore, dopo un divagare per il mondo arrivando addirittura in Cina (il primo calciatore italiano a militare nel campionato professionistico del Paese). Il destino, tra l'altro, gli riserverà un ritorno al gol proprio nella prima partita da titolare dopo l'infortunio.
Dopo l'etica dimostrata sul campo da gioco e l'ottimo lavoro da rappresentante dei calciatori, Tommasi è sceso in campo politico, ritenendo di avere tutte le carte in regola per farlo e oggi ha coronato la sua ascesa diventando sindaco della sua città, la stessa che ha aperto la porta al suo successo calcistico. Ma non è il primo ex calciatore a riuscire nella stessa impresa: in Italia prima di lui c'è stato Carlo Nervo, ex bandiera del Bologna, per il comune di Solagna (VI) e in Georgia Kakha Kaladze.
In Italia ci aveva anche provato senza successo Giovanni Galli, candidato sindaco di Firenze per la coalizione di centrodestra alle elezioni amministrative del 2009. Tommasi ce l'ha fatta con il sostegno della coalizione di centrosinistra, ma i colori contano meno di quelli che ha indossato sul campo: l'importante ora è dimostrare ancora una volta di essere diverso dagli altri.