Quando si gioca la finale di Coppa Italia 2020: data e orario
La Finale di Coppa Italia edizione 2019/2020 è Juventus-Napoli e si giocherà all'Olimpico di Roma, mercoledì 17 giugno con inizio del match alle 21.00. Sarà trasmessa in diretta tv, in chiaro e integralmente da Rai 1 e vedrà di fronte le vincenti delle due semifinali che si stanno disputando tra il 12 e il 13 giugno: i bianconeri (che hanno eliminato il Milan) e i partenopei (che hanno conquistato la qualificazione contro l'Inter).
Un primo grande appuntamento del calcio italiano post Covid-19 che consegnerà il secondo trofeo ufficiale (dopo la Supercoppa Italiana vinta dalla Lazio) di una delle stagioni più travagliate della storia sportiva. Ovviamente, ci sarà la consueta cerimonia di premiazione per i vincitori e il titolo di consolazione per i vinti. Il tutto si svolgerà regolarmente subito dopo la fine della partita ma anche in questo caso si dovrà fare i conti con i protocolli sanitari in atto.
La finale di Coppa Italia 2019/2020 si giocherà a porte chiuse, in uno stadio Olimpico vietato ai tifosi e a chi non sarà autorizzato a entrare al di là dei due ‘gruppi squadre', i giornalisti accreditati e autorizzati e a tutta l'organizzazione federale, che limiterà le presenze all'essenziale. Saranno sempre rispettate le misure preventive con i dispositivi personali, dunque, mascherine e guanti, oltre al rigoroso rispetto delle distanze sociali prima, durante e dopo la cerimonia e i festeggiamenti.
Il protocollo da seguire non ammetterà eccezioni per questo evento unico, il cui svolgimento sarà condizionato dal rispetto delle regole imposte nella Fase Tre, che hanno comunque dato la possibilità di poter svolgere manifestazioni sportive ed eventi. Anche la finale, così come le due semifinali, in campo seguirà le nuove decisioni per permettere il regolare svolgimento: si deciderà tutto in una partita secca, in 90 minuti e in caso di parità al termine dei tempi regolamentari si andrà direttamente ai calci di rigore, senza passare dai tempi supplementari. Questa esigenza è derivata dalla volontà di permettere ai calciatori di evitare un impegno agonistico eccessivo immediatamente a ridosso di tre mesi di inattività forzata.