Quando Guardiola predisse il futuro di Mbappé: la notte in cui si svelò al mondo
La sera del 12 dicembre 2016 Pep Guardiola e lo staff tecnico del Manchester City prendevano posto per cenare e commentare il sorteggio degli ottavi di Champions League, che si sarebbero disputati di lì a due mesi. Tra i commensali circolava un certo ottimismo, visto l'accoppiamento con il Monaco, una rivale apparentemente abbordabile che aveva finito al primo posto un girone con Bayer Leverkusen, Tottenham e CSKA Mosca. Gli inglesi, che erano arrivati secondi nel loro raggruppamento dietro al Barcellona, avevano dalla loro i favori del pronostico, ma Pep si dimostrò molto meno ottimista dei suoi colleghi: "Il Monaco è una signora squadra, ha un ottimo gioco e sta dominando il suo campionato. E ha nelle sue fila un giovane attaccante che potrà fare molta strada". Il giovane a cui faceva riferimento il tecnico catalano era un ragazzo che avrebbe compiuto la maggiore età otto giorni più tardi, essendo nato il 20 dicembre 1998 a Bondy, nella periferia parigina. Quel giovane era Kylian Mbappé.
Esplosione all'Etihad
Fino al momento del sorteggio di metà dicembre, il numero 29 della squadra monegasca aveva messo a referto tre reti in nove incontri di Ligue 1, una cifra di tutto rispetto per un minorenne, mentre in Champions aveva partecipato in appena tre incontri disputando solamente 23 minuti in tutto. La profezia di Guardiola, tuttavia, si sarebbe realizzata proprio nel suo giardino inglese la cui erba, tagliata perfettamente, avrebbe favorito le scorribande del giovane Kylian. Figlio di due atleti, dai quali aveva ereditato una spinta fisica e atletica impressionante, il giovane parigino sarebbe sceso in campo in attacco al fianco del capitano Radamel Falcao. L'allenatore monegasco Leonardo Jardim lo aveva preferito al più esperto Valère Germain dopo l'exploit di dieci giorni prima in casa contro il Metz manifestatosi sotto forma di una tripletta che aveva aperto gli occhi al tecnico portoghese. Una tripletta provvidenziale in vista di uno scontro a bocce ferme proibitivo contro una delle formazioni più in forma del momento che fino a quel momento tra le mura amiche aveva perso solamente contro il Chelsea, che si sarebbe proclamato campione della Premier mesi dopo.
E nel match di andata, nonostante finirono per imporsi per 5-3, furono i giocatori stessi di Guardiola a comprovare le evidenti qualità dell'enfant terrible francese, il quale segnò il temporaneo gol dell'1-2 dopo uno scatto bruciante attaccando la profondità. Al ritorno il giovane monegasco forzò la serratura inglese per dare inizio alla rimonta che avrebbe portato i suoi ai quarti di finale, tra l'altro su un'azione imbastita da Benjamin Mendy e Bernardo Silva, oggi proprio agli ordini di Pep. La previsione di Guardiola si era avverata, e da quel momento sarebbe nata una stella.
Seguendo Cristiano Ronaldo
In seguito Mbappé avrebbe continuato ad accendere le notti europee con il fuoco delle sue reti, ben quattro nelle partite a seguire, attirando su di sé le attenzioni di mezza Europa, fino all'eliminazione in semifinale contro la Juventus. Dopo aver contribuito in maniera decisiva alla vittoria del titolo nazionale da parte della squadra di Jardim, il nativo di Bondy sarebbe tornato a casa, in quella Parigi che lo ha visto crescere nei campetti della banlieue. Dai 13 ai 15 anni inserito nel privilegiato contesto dell'istituto nazionale di sport di alto rendimento di Clairefontaine, il giovane Kylian aveva tracciato già la sua strada verso il successo, e i quattro anni di rifinitura in un Monaco senza troppe pretese ma con ottime strutture gli avevano permesso di concludere in modo concreto il suo percorso di formazione.
Adesso al PSG, con il quale vorrà finalmente togliersi la soddisfazione di vincere la Champions League, Mbappé sfida il Manchester City seguendo i passi di un Cristiano Ronaldo da sempre suo idolo. Quando, a metà dello scorso decennio, papà Wilfried lo portò al Santiago Bernabeu per conoscere Zinedine Zidane e il portoghese, qualcosa cambiò nel suo cuore. L'obiettivo nel breve periodo è di vincere in Europa con il PSG e poi, con ogni probabilità, raccogliere il numero 7 blanco lasciato da Ronaldo tre anni fa. Per chiudere un cerchio ambizioso e ricco di successi, proprio come aveva preveduto nel dicembre 2016 Pep Guardiola, che oggi lo guarderà nuovamente preoccupato dalla panchina.