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Quali sono le squadre che hanno risparmiato di più grazie al “Decreto crescita” in Serie A

La conferma del Decreto Crescita evita ai maggiori club di Serie A di perdere oltre 21 milioni di vantaggi fiscali sui contratti dei cosiddetti “impatriati”.
A cura di Benedetto Giardina
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Il calcio italiano ha tirato un sospiro di sollievo. La paura di perdere il Decreto Crescita, almeno per ora, è passata. La norma sui cosiddetti “impatriati” e i benefici ad essa legata (Irpef sul 50% dell’imponibile per chi trasferisce la residenza fiscale in Italia per due anni) resiste, per i contratti siglati fino a tutto il 2023. Una normativa che ha agevolato le operazioni di calciomercato dei club di Serie A in entrata e che sembrava prossima alla fine, ma non sarà così. E questo, contando solo le big della massima serie, significa non dover rinunciare a sgravi per oltre 21 milioni di euro, sulla base dei dati sugli stipendi pubblicati dalla Gazzetta dello Sport e delle elaborazioni di Calcio e Finanza sui monte ingaggi dei club di A.

Christian Pulisic in azione col Milan.
Christian Pulisic in azione col Milan.

Il Milan è la squadra con più "impatriati"

È stato un mercato estivo volto particolarmente all'estero, quello del Milan, con sei nuovi arrivati provenienti da campionati stranieri. Gli ingaggi più onerosi sono quelli di Ruben Loftus-Cheek, Samuel Chukuweze e Christian Pulisic, pari a 4 milioni di euro netti. Il centrocampista inglese può usufruire però dei benefici per tutta la prima stagione del suo contratto, essendo stato ingaggiato dal Milan prima del 2 luglio. Dunque, invece, di un ingaggio lordo di circa 7,4 milioni di euro, il Milan sosterrà una spesa di poco superiore ai 5,2 milioni nel suo caso. Un risparmio da oltre 2 milioni, mentre per gli altri due si aggirerà sul milione a testa, dato che nel loro caso gli sgravi avranno effetto solo a partire dal 2024, in quanto messi sotto contratto dal club rossonero solamente dopo il 2 luglio.

Oltre a loro, il Milan ha aperto le porte ad altri nuovi arrivi provenienti dall'estero come Okafor, Musah e Reijnders. I loro ingaggi sono più bassi rispetto ai tre compagni precedentemente citati: i 2 milioni netti che spetterebbero a Okafor e Musah, invece di avere un peso di 3,7 milioni al lordo, comportano un costo per il club di poco superiore ai 3,1 milioni a testa per i due tesserati, mentre l'ingaggio netto di Reijnders sarebbe inferiore ai 2 milioni di euro (1,7 milioni) e il lordo, sgravato anche nel suo caso solo a partire dal 2024, avrebbe un peso di circa mezzo milione di euro in meno rispetto a quanto ipotizzabile senza gli effetti del Decreto Crescita. A spanne, dunque, l'attuazione di questa norma fa risparmiare al Milan quasi 6 milioni di euro per gli ultimi arrivi estivi. Milan che, rosa alla mano, ha il maggior numero di calciatori “impatriati”, considerando anche quelli giunti a Milano nelle passate stagioni: Leão, Hernandez, Giroud, Maignan, Tomori, Kjaer, Thiaw, Kalulu e Adli sono stati prelevati dall'estero, in più Jovic (ex Fiorentina) e Romero (ex Lazio) sono arrivati in Italia dalla Spagna solo negli ultimi due anni.

L'esultanza di Thuram dopo un gol.
L'esultanza di Thuram dopo un gol.

Thuram e gli altri: quanto risparmia l'Inter col Decreto Crescita

Per l'Inter, l'ultima sessione di mercato ha visto arrivare in rosa dall'estero Yann Bisseck, Davy Klaassen, Benjamin Pavard, Yann Sommer e Marcus Thuram. Quest'ultimo, a differenza degli altri tre, ha firmato il contratto prima del 2 luglio, quindi rientra nella precedente versione del Decreto Crescita e il suo ingaggio usufruisce immediatamente degli sgravi fiscali. Per gli altri, essendo stati contrattualizzati dopo il 2 luglio, gli sgravi avranno effetto a partire dal 2024, quindi dalla seconda metà di stagione. L'attaccante francese, tra questi, è il più pagato di tutti, con uno stipendio che dovrebbe aggirarsi sui 6 milioni netti. Al lordo, si tratterebbero di oltre 11 milioni di euro, ma per effetto di quanto previsto dal Decreto Crescita, andrà a 7,8 milioni di euro. Per gli altri acquisti estivi, invece, la riduzione sarà inferiore: i 5 milioni netti di Pavard, invece di pesare oltre 9,2 milioni al lordo, verranno alleggeriti a 7,9 milioni.

Meno gravosi gli altri ingaggi dei nuovi arrivi, dai 2,5 milioni netti previsti per Sommer agli 1,5 milioni di Klaassen, fino a Bisseck che dovrebbe prendere meno di un milione netto. Senza Decreto Crescita, considerando che per loro gli sgravi avranno effetto solo dal 2024, la differenza sui costi si aggirerebbe sugli 1,3 milioni di euro complessiva. In totale, dunque, con Thuram che gode dei benefici  sin dall'inizio del contratto (poiché antecedente al 2 luglio) e gli altri acquisti estivi sgravati "a metà", l'attuazione del decreto apporta tagli stimabili in meno di 6 milioni di euro per il club nerazzurro. Inoltre, l'Inter ha in organico altri tesserati rientranti nel perimetro di quanto previsto dal Decreto Crescita: sia quelli ingaggiati direttamente dall'estero (Mkhitaryan proveniente dall'Arsenal, Dumfries dal PSV, Darmian dal Manchester United) che quelli con i benefici "ereditati" da altre società (Arnautovic giunto dopo due anni a Bologna, Carlos Augusto da tre anni a Monza).

Kamada con la maglia della Lazio.
Kamada con la maglia della Lazio.

Napoli, Juventus, Roma, Lazio e Atalanta: gli effetti del Decreto Crescita

Ingaggi non certo esosi, quelli che i Campioni d'Italia del Napoli hanno riservato agli ultimi acquisti provenienti dall'estero: gli stipendi complessivi di Natan, Cajuste e Lindstrom – tutti arrivati in Italia dopo il 2 luglio – si aggirerebbero infatti sui 4,6 milioni di euro in totale, che al lordo equivarrebbero a 7,2 milioni con gli sgravi fiscali attuati dal 2024 in poi. Un risparmio da circa 1,2 milioni di euro per il club partenopeo. Che gode di questi vantaggi anche per i due stipendi più pesanti dell'intero organico, vale a dire quello di Osimhen (4,5 milioni netti) e Lobotka (3,5 milioni netti), portati in Italia dall'estero negli anni passati. Non sono i soli: Kvaratskhelia, Zambo Anguissa, Elmas, Olivera e Demme fanno parte di questo gruppo, così come Ostigard che, per quanto sia stato acquistato dal Genoa, è giunto in Italia nel 2022 con oltre due anni di residenza fiscale all’estero.

Sulla stessa falsariga l’Atalanta, che dall’estero ha ingaggiato in estate Bakker (ex Bayer Leverkusen) e Touré (ex Almeria), oltre allo svincolato Kolasinac, tutti dopo il 2 luglio. L’impatto degli sgravi fiscali è stimabile in circa un milione di euro. Maggiore, invece, l’effetto positivo per le romane. La Roma con Ndicka e Aouar (Lukaku era già in Italia lo scorso anno ed è in prestito secco) paga 9,1 milioni lordi di ingaggio e senza i benefici fiscali si aggirerebbero a 12,8 milioni, per un risparmio da 3,7 milioni di euro. Quattro, invece, i nuovi acquisti della Lazio sotto l'ombrello del decreto: Kamada, Guendouzi, Castellanos e Isaksen, per un totale di 8,8 milioni di stipendi netti. Al lordo, senza sgravi, peserebbero 16 milioni di euro. Invece, gravano nelle casse biancocelesti per 13,7 milioni. La Juventus, infine, ha acquistato un solo giocatore dall’estero in estate: Timothy Weah, tesserato prima del 2 luglio. I suoi 2 milioni di stipendio netto, al lordo, equivarrebbero a 3,7 milioni. Col Decreto Crescita, il costo per la Juventus si riduce a 2,6 milioni.

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