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Quale sarà il futuro dell’Inter dopo l’accordo tra Suning e Oaktree

Il finanziamento da 275 milioni di euro permetterà al club nerazzurro di saldare le pendenze per la stagione in corso e di gestire la prossima, pur portando avanti il piano di austerity. Le quote della controllante sono a garanzia del debito: se entro tre anni non dovesse essere saldato (o rinegoziato), l’Inter passerebbe nelle mani del fondo.
A cura di Benedetto Giardina
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L'annuncio dell'accordo tra Suning e Oaktree fa respirare l'Inter. Gravata da un indebitamento complessivo che supera i 400 milioni di euro, partendo dal bond da 375 milioni, la società nerazzurra può contare sul finanziamento del fondo americano dopo l'intesa con la proprietà del club. Un'operazione da 275 milioni di euro complessivi che mette in sicurezza sia il presente che l'immediato futuro dell'Inter, per quanto da tempo ormai i vertici siano indirizzati verso una politica di austerity per le prossime stagioni. Colpa dell'emergenza sanitaria, indubbiamente, tant'è che l'annuncio rilasciato all'Ansa specifica come l'obiettivo dell'accordo sia quello «di superare le difficoltà e le opportunità perse durante il periodo di Covid».

Inter, a cosa serve il finanziamento di Oaktree

Nell'immediato, il finanziamento non peserà sui conti dell'Inter e questo è già il primo grande vantaggio dell'operazione. Il contratto siglato con Oaktree non prevede l'ingresso del fondo nel capitale del club nerazzurro, ma servirà a finanziare la società lussemburghese Great Horizon, controllante dell'Inter della quale Suning detiene il 68,55% delle quote. Dei 275 milioni messi sul piatto, circa 240 verranno girati a Milano, coprendo così le spese previste per concludere questa stagione (tra cui il pagamento degli stipendi dei tesserati) e quelle per la prossima. Il nodo stipendi, grazie anche all'approvazione da parte della Figc dello slittamento di un mese per la scadenza della mensilità di marzo (da pagare entro giugno e non entro maggio), appare già più leggero. In totale, l'Inter ha circa 30 milioni lordi da saldare, rispettando gli accordi intercorsi con la rosa per le mensilità precedenti, come previsto dalle norme. Poi si passerà ad altre trattative con la squadra, per cercare di ridurre la massa salariale o quantomeno spalmarla, in modo da alleggerire il peso annuo degli stipendi dell'organico nerazzurro.

Il resto servirà per saldare altre pendenze e per la gestione del club nella prossima stagione. L'ingresso in Champions League da campione d'Italia, inoltre,  garantirà all'Inter 50 milioni di euro a prescindere dai risultati ottenuti nella competizione: il 26° posto nel ranking Uefa per club, con la mancata qualificazione di Arsenal (10°), Roma (13°), Tottenham (15°), Villarreal (22°) e Bayer Leverkusen (25°), vale 13,3 milioni, ma se non dovessero accedere alla fase a gironi nemmeno Juventus (5°), Lione (19°) e Benfica (24°) – attualmente fuori o qualificate per i play-off – la base aumenterebbe fino a 16,6 milioni. A questi andrebbero aggiunti i 15,25 milioni di premio partecipazione e il 40% del market pool legato ai risultati nazionali. Va però ricordata la detrazione dei premi imposta dalla Uefa per far fronte all'emergenza Covid-19 (poco meno del 3,4% nella passata stagione) e l'ulteriore trattenuta del 5% prevista dalla Club Commitment Declaration siglata con la stessa Uefa a seguito del dietrofront sul progetto Superlega.

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Oaktree può diventare proprietaria dell'Inter?

L'impatto del finanziamento di Oaktree sul presente dell'Inter è chiaro. Sul futuro, invece, tutto dipenderà da Suning. Il pacchetto azionario di Great Horizon è posto a garanzia del debito, da saldare entro tre anni o, in alternativa, da rinegoziare. Fino alla stagione 2023/24, dunque, non dovrebbero esserci particolari scossoni sul piano societario. È possibile, semmai, che si possano aprire le strade per l'uscita di scenda da parte di Lionrock, che detiene poco più del 31% della controllante del club nerazzurro. Considerando il credito che Suning vanta nei confronti del socio di minoranza, la liquidazione dovrebbe aggirarsi sui 33 milioni di euro. In ogni caso, prima che tale possibilità si realizzi, l'assetto societario dell'Inter è destinato a rimanere invariato, almeno per quanto riguarda la situazione attuale. Per ripagare il prestito di Oaktree, invece, la grande speranza resta quella di riportare in aumento i ricavi: la ricerca di uno sponsor in sostituzione di Pirelli (con l'obiettivo di raddoppiare gli introiti) e la riapertura di San Siro sono i primi passi da compiere. Inoltre, per portare avanti il piano previsto dalla proprietà, è fondamentale consolidare il piazzamento in Champions League.

Se Suning non dovesse riuscire a ripagare il finanziamento (con gli interessi), le strade a quel punto sarebbero due: una rinegoziazione del debito o l'escussione del pegno, ovvero l'acquisizione dell'Inter – tramite la sua controllante Great Horizon – da parte del fondo Oaktree, che già è presente nel calcio europeo e nello sport internazionale. è alle spalle di Pierre-Antoin Capton, proprietario dei francesi del Caen, inoltre uno dei fondatori, Steven Kaplan, è socio dello Swansea, attualmente militante in Championship. Non sarebbe dunque il primo club nel portfolio del fondo nordamericano, con sede a Los Angeles e quotato alla Borsa di New York, la cui maggioranza è stata rilevata nel 2019 da un altro fondo, Brookfield Asset Management, con sede in Canada. Al momento, però, è solo uno scenario, nemmeno così immediato. Di certo, se dovesse concretizzarsi, per Oaktree non mancherebbero i vantaggi: fino a pochi mesi fa, le valutazioni effettuate per intavolare le trattative sulla cessione del club si aggiravano tra gli 800 milioni e il miliardo di euro. A queste condizioni, il fondo americano si assicurerebbe l'Inter per 275 milioni più i debiti.

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