Quagliarella ha smesso col calcio dopo una telefonata alle 10 di sera: “Da lì ho chiuso”
Fabio Quagliarella ha dato l'addio al calcio al termine della passata stagione quando il destino ha voluto che fosse il Maradona di Napoli a tributargli un saluto degno del suo nome nel match tra i partenopei già campione d'Italia e la sua Sampdoria già retrocessa in Serie B. Lui, campano di Castellamare di Stabia che a Napoli ha lasciato un pezzo di cuore e forse qualche rimpianto per le varie vicende che non gli hanno consentito di proseguire la sua carriera in azzurro, ha rivelato alla Gazzetta dello Sport alcuni dettagli del suo addio al calcio giocato.
"Il Signore ha voluto che finisse così – ha detto senza rimpianti – Quando sono usciti i calendari, ho visto l’ultima gara al Maradona. “Madonna mia”, ho pensato. Un segno del destino, pensavo". Fabio Quagliarella, ventiquattro anni di professionismo, 717 partite giocate e 238 gol segnati, oltre a un’infinità di primati, ha chiuso la carriera il 4 giugno scorso. Un giorno indimenticabile: "A casa mia ho incorniciato l’ultima maglia, le ultime scarpette, l’ultima fascia di capitano, il gagliardetto, i parastinchi usati quel giorno". Da lì è accaduto un po' di tutto con la Sampdoria che ha cambiato la società e Quagliarella che avrebbe voluto proseguire in blucerchiato. Una telefonata però gli ha sbarrato la strada definitivamente.
Oggi ha iniziato un nuovo percorso da opinionista di Sky e il prossimo anno si iscriverà al corso per il patentino di allenatore Uefa A, ma nel frattempo racconta una verità completa di quella che è stata la sua decisione di lasciare il calcio. Non tanto per le condizioni fisiche non perfette di cui parlò qualche settimana fa proprio negli studi Sky, ma a una volontà precisa del nuovo club blucerchiato: "Non ho smesso per motivi fisici, non è arrivata nessuno offerta interessante e allora ho detto stop – ha spiegato – Avevo pensato di poter dare una mano a risalire in A alla Sampdoria firmando anche in bianco, i soldi non mi interessavano, ma avevo come un obbligo morale verso un club che aveva sempre creduto in me e dove sono stato benissimo".
Due-tre richieste da squadre di A mai prese in considerazione da Quagliarella pur di accettare la Samp: "Passata una settimana dopo l’insediamento della nuova proprietà, qualcosa avevo intuito – ha specificato nel corso dell'intervista – Poi con una telefonata alle dieci di sera a cinque giorni dal raduno mi dicevano che avrebbero puntato sui giovani". Una chiamata determinante per la decisione finale del bomber di campano: "Nessun rancore verso la società, ma questa è la realtà dei fatti – ha concluso – Ho chiuso quel giorno, e da lì nei giorni scorsi in un intervento televisivo su Sky era poi nata la mia battuta che non ero più nelle condizioni di continuare".