Pugno di ferro della Uefa: Spartak Mosca escluso dall’Europa League
Spartak Mosca estromesso dall'Europa League. Dopo la scelta di cancellare San Pietroburgo quale sede della finale di Champions League, la Uefa prende un'altra decisione molto forte dal punto di vista simbolico rispetto a quanto sta accadendo in Ucraina per la guerra scatenata da Putin. Il club della capitale russa – secondo quanto anticipato dal quotidiano tedesco Bild – va verso l'esclusione con conseguente qualificazione d'ufficio ai quarti di finale del Lipsia.
La Red Bull Arena era stata indicata al momento del sorteggio quale sede della partita di andata in programma il 10 marzo mentre – a causa dell'evoluzione della situazione internazionale e del conflitto – non era stato comunicato né dove né quando sarebbe stato disputato il match di ritorno. A confermare in qualche modo le indiscrezioni sulla decisione della Federazione è stato il CEO del Lipsia, Oliver Mantzlaff: "Continuiamo ad essere in stretto contatto con le federazioni e abbiamo piena fiducia nell'Uefa – ha ammesso ai media in Germania -. Siamo convinti che le due partite verranno annullate".
Il pugno di ferro auspicato da più parti – nelle ultime ore era stata la Football Association inglese a schierarsi apertamente per sanzioni più severe – trova così sfogo nella scelta ulteriore della Uefa di dare un segnale tangibile di condanna dell'invasione della Russia che ha sferrato l'attacco giovedì scorso, mettendo sotto assedio le principali città ucraine e stringendo la morsa dei combattimenti su Kiev.
Non è un'indiscrezione, invece, il rifiuto da parte di Polonia, Svezia e Repubblica Ceca a scendere in campo per i playoff di qualificazione ai Mondiali di Qatar 2022 nelle sfide contro la Russia. "Vediamo se hanno le palle per escluderla", le parole del portiere polacco e della Juve, Szczesny, che ha dichiarato pubblicamente (condividendo un messaggio sui social e nelle interviste in tv) la reticenza a giocare. Al riguardo la Fifa sembra aver scelto una linea differente: per adesso s'è limitata a imporre alla Russia una denominazione differente (Football Union of Russia, RFU – Unione Calcistica Russa) rispetto a quella del Paese, campo neutro e nessuna possibilità che venga trasmesso l'inno nazionale prima del match. Una punizione più blanda a fronte delle richieste di altri Paesi.