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“Prendetelo a calci così, è per il suo bene”, il duro esordio di Ronaldo a Manchester

Sir Alex Ferguson chiese a un suo collaboratore di non fischiare più falli durante le partite di allenamento. Il manager scozzese disciplinò così Cristiano Ronaldo che a Manchester, all’inizio della carriera, era troppo innamorato del dribbling, della propria classe e del pallone, troppo sicuro di sé.
A cura di Maurizio De Santis
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Prendetelo a calci, così vediamo se fa ancora il buffone e impara a rispettare la squadra. È stato più o meno questo il senso della "decisione per il suo bene" voluta da Sir Alex Ferguson e dal suo collaboratore, Walter Smith. Chi era il calciatore oggetto delle "attenzioni" dello staff tecnico? Cristiano Ronaldo che a Manchester arrivò come un diamante grezzo e poi divenne CR7 grazie alle sapienti indicazione del suo "padre calcistico". Fu il manager scozzese a disciplinare quel ragazzo troppo innamorato del dribbling, della propria classe e del pallone, troppo sicuro di sé, spocchioso abbastanza da fare un sorrisetto beffardo ogni volta che saltava in dribbling un avversario… compresi i compagni in allenamento.

Bastone e carota. Sir Alex svezzò alla sua maniera quel giovanotto che aveva un futuro luminoso dinanzi a sé ma per spiccare il volo avrebbe dovuto a incanalare quel talento, a gestirlo perché la potenza è nulla senza controllo. Darren Fletcher, ex collega del portoghese, ha raccontato in una rubrica video (The Lockdown Tactics) le difficoltà di ambientamento incontrate (e superate) dalla stella lusitana durante i primi tempi a Old Trafford.

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Per aiutarlo a "crescere" il tecnico scozzese pensò bene di cucirgli addosso un trattamento su misura. Lo educò all'insegna della "lotta senza quartiere" chiedendo ai difensori, a chiunque se lo trovasse davanti, di non fare troppi complimenti… e di fermarlo con ogni mezzo, a ogni costo, senza il timore di affondare il colpo e la gamba.

Walter decise che non avrebbe fischiato più falli in allenamento – ha ammesso Fletcher -. Ronaldo la prese male, impazzì per due settimane. Che cos'è questa roba… disse stizzito.

Sir Alex, però, aveva ragione. Quella "cura speciale" sortì subito gli effetti sperati. E anche se all'inizio non accettava quel metodo, capì in seguito che se muoveva la palla velocemente e correva grazie alla sua fisicità poteva essere anche più efficace. E così fu. Lo dicono (anche) i cinque Palloni d'Oro conquistati assieme a record e trofei.

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