Premier, stagione annullata? I calciatori non vogliono giocare, hanno paura del contagio
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Cosa succederà se un calciatore si rifiuterà di andare in campo perché teme per la propria salute? In Italia discutono su come riprendere l'attività agonistica e fissare una data per tornare in campo. In Inghilterra, invece, i club della Premier League non sono del tutto convinti che riprendere la stagione sia scelta opinabile per i rischi legati alla pandemia di coronavirus. Il timore di contrarre il morbo, di restare contagiati e trasmettere l'infezione ai propri cari è palpabile.
Qualche giorno fa era stato Willian del Chelsea ad ammetterlo pubblicamente. La sua non è una riflessione isolata ma è opinione comune delle venti società che campionato d'Oltremanica. E il fatto che pochi giorni fa si siano dette tutte pronte al rientro sul rettangolo verde è ipotesi smentita dalle ultime notizie. Anzi, la possibilità che la stagione venga sospesa definitivamente è opzione che inizia a farsi largo. A prendere il sopravvento sono le forti resistenze scaturite dall'assenza – per adesso – di un piano specifico, un protocollo che sia effettivamente garante della salute dei calciatori.
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Secondo la versione riportata dal tabloid "The Guardian" giocare a porte chiuse non basta. Non è considerato dirimente rispetto a uno sport di "contatto" come il calcio che espone tutti i giocatori al (possibile) contagio. Ecco perché in molti di loro ha preso piede l'idea di rifiutare il ritorno in campo considerata la situazione contingente e tutto ciò che ne deriva.
Tutto questo al netto del piano medico/sanitario che dovrebbe (finalmente) tracciare le linee guida perché tutte le società si rimettano al lavoro nei rispettivi centri sportivi. Quando? Il 9 maggio è la data presa in considerazione ma non ci sono certezze al riguardo, con ogni probabilità bisognerà attendere il 1° maggio (giorno di un'assemblea della Premier) perché la situazione sia più chiara.