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Portanova a giudizio per stupro di gruppo: la difesa porta una chat con un Maneskin, che non c’entra

Nelle udienze preliminari da cui dovrà uscire la decisione di mandare o meno a processo il giocatore del Genoa Manolo Portanova per violenza sessuale di gruppo ai danni di una studentessa, spunta una chat della ragazza col batterista dei Maneskin, che non c’entra nulla e non è indagato. È la carta della difesa, ma l’avvocato della giovane risponde depositando l’intera conversazione, inclusa l’ultima frase.
A cura di Paolo Fiorenza
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Dopo il rinvio a giudizio dello scorso 28 marzo, per Manolo Portanova e gli altri indagati per violenza sessuale di gruppo ai danni di una ragazza 21enne sono arrivati i giorni delle udienze preliminari da cui dovrà uscire la decisione o meno di mandare a processo il giocatore e con quale rito, se ordinario o abbreviato. I fatti risalgono alla sera di domenica 30 maggio 2021, quando il campionato era finito da una settimana – Portanova giocava da gennaio nel Genoa, dove milita tuttora – e a Siena ebbe luogo un incontro in un appartamento tra più persone, tra cui il 22enne difensore napoletano ed una studentessa romana.

"Avevo chattato con Manolo, che alla fine mi aveva invitato, mi piaceva", ha fatto mettere a verbale la ragazza, che andò all'appuntamento assieme ad un'amica. Mentre quest'ultima si isolava con un conoscente, Portanova e la 21enne si appartarono in un'altra stanza, cominciando a scambiarsi effusioni in maniera reciprocamente consensuale, come ammesso dalla studentessa. È a questo punto che le versioni divergono: il racconto della presunta vittima diventa crudo ed assume i toni di un incubo. "A un certo punto ho sentito la presenza di altre persone che ridevano in camera da letto – si legge negli atti – Mi sono alzata con la scusa di prendere una bottiglia d'acqua e ho acceso la luce: davanti a me c'erano tre uomini nudi".

Manolo Portanova quest'anno ha avuto ampio spazio nel Genoa
Manolo Portanova quest'anno ha avuto ampio spazio nel Genoa

Secondo la denuncia della ragazza, i quattro ragazzi la violentarono – "ne abusavano in due o tre per volta" – colpendola anche in maniera selvaggia. Il quadro disegnato dalla testimonianza descrive scene terribili di "violenze sessuali, percosse, sputi, insulti, accanimento animalesco sul suo corpo concepito come un oggetto". "Ho detto che non volevo, ma non si sono fermati. Ero esausta, chiedevo di andarmene, di chiamare la mia amica, mi veniva detto che era in bagno e non poteva intervenire, ma nessuno in realtà la cercava", ha raccontato la donna. Le violenze a suo dire durarono mezzora, finché non venne lasciata libera. A quel punto andò in bagno in stato di shock, mandando un messaggio all'amica che capì immediatamente che qualcosa non andava. La studentessa andò poi al pronto soccorso, dove le furono refertati colpi ai fianchi, ai glutei e ferite profonde alle parti intime, dimettendola con una prognosi "superiore ai 40 giorni".

Adesso siamo arrivati alle udienze preliminari per gli indagati, che sono Portanova, suo cugino ed un amico, mentre per il minore all'epoca dei fatti (il fratello del giocatore) è aperto un procedimento parallelo davanti al tribunale dei minori. La prima carta giocata dalla difesa è andata a vuoto, visto che il tribunale di Siena ha respinto la richiesta di far svolgere un confronto all'americana tra il centrocampista del Genoa e la ragazza che lo accusa. In standby invece la decisione sull'altra richiesta della difesa del calciatore e degli altri due indagati, quella di processo con rito abbreviato, che prevede il giudizio immediato e lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna. Sulla questione il tribunale si pronuncerà il 5 luglio, visto che nel frattempo sono state presentate nuove prove sia da parte della difesa che della parte civile. Ed è qui che a sorpresa entra in scena il batterista dei Maneskin, Ethan Torchio, che non è indagato e non c'entra assolutamente niente con la vicenda.

Ethan Torchio è il batterista dei Maneskin: non c'entra nulla con la vicenda di cui è accusato Portanova
Ethan Torchio è il batterista dei Maneskin: non c'entra nulla con la vicenda di cui è accusato Portanova

La difesa di uno degli indagati – racconta il Corriere della Sera – ha infatti presentato la consulenza di una psicologa su una chat WhatsApp tra la ragazza e il 21enne membro del gruppo musicale, una lunga chiacchierata risalente a mesi prima dei fatti e in cui i due – che all'epoca avevano una relazione – parlavano proprio di sesso di gruppo con grande disinvoltura. Secondo la difesa, gli stralci della conversazione sarebbero utili a contestualizzare quanto accaduto. Già, stralci, perché a sua volta il legale della ragazza ha depositato l'intero dialogo col batterista dei Maneskin, che si conclude con una frase molto netta sul tema: "Non parteciperei mai ad un rapporto sessuale di gruppo". Lo stesso Torchio potrebbe essere chiamato a testimoniare sulla vicenda qualora – come è probabile – i tre indagati vengano rinviati a processo. Il punto del contendere è esattamente quello: se quella sera a Siena il rapporto di gruppo sia stato consensuale, come sostengono all'unisono Portanova e gli altri indagati, oppure se sia avvenuto contro la volontà della ragazza, configurando dunque la violenza. In quest'ultimo caso, il codice penale prevede come pena la reclusione da 8 a 14 anni.

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