Polonia-Italia, il gol di Biraghi e le 15 gare senza perdere: il percorso della Nazionale di Mancini
Due anni fa, sembra passata un'eternità. Era il 14 ottobre 2018, la Nazionale Italiana affrontava la Polonia a Chorzów nella gara di ritorno della passata edizione di Nations League e non mancavano le critiche per le prime uscite della selezione guidata da Roberto Mancini. C'era chi attaccava personalmente il neo commissario tecnico, chi condannava le sue convocazioni e chi era già pronto ad un nuovo ribaltone ma una rete di Cristiano Biraghi all'ultimo minuto nella gara contro la selezione polacca diede inizio ad una serie di 15 partite senza sconfitte che ha cambiato tutto, anche la percezione della Nazionale nei critici. Da quel momento in poi tutti sul carro del Mancio.
Oggi 10 ottobre 2020 è la vigilia di Polonia-Italia, altra gara valida per la nuova competizione Uefa, e la selezione azzurra viene da 13 vittorie e 2 pareggi tra amichevoli, Nations League e gare di qualificazione per l'Europeo itinerante, che doveva svolgersi nell'estate appena trascorsa ma è stato rinviato alla prossima a causa dell'emergenza sanitaria provocata dalla pandemia Covid-19: due anni dopo la prima vittoria in gara ufficiale il CT Mancini sta cercando di capire come e dove può migliorare ancora la sua nazionale in vista della competizione continentale.
La ‘Generazione Z' che il Mancio ha lanciato e responsabilizzato definitivamente sta provando ad affermarsi con la maglia azzurra e i risultati, fino a questo momento, sono dalla loro parte: chi entra a far parte della rosa sembra essere a suo agio, che sia esordiente o un esperto, e l'aria che si respira intorno al club Italia lo dimostrano anche le parole di Marco Verratti in conferenza stampa: "Abbiamo fatto un percorso negli ultimi due anni bellissimo, non abbiamo vinto niente ma siamo tornati credibili, bisogna continuare su questa strada con umiltà, con coraggio e con determinazione”.
Il banco di prova vero saranno le prossime sfide di Nations League e il percorso che la Nazionale farà all'Europeo dell'estate 2021: in quel momento si capirà in maniera ancora più precisa se ciò che si diceva fino a poco tempo fa, ovvero che in Italia non avevamo più calciatori di alto livello dopo la generazione del Mondiale del 2006, era solo una reazione di pancia dettata dalla mancata qualificazione per il Mondiale 2018 e faceva parte del solito teatro che prevedeva un colpevole da trovare per una disfatta. Il tempo darà le sue risposte, come sempre, ma un percorso sembra essere stato tracciato in questi due anni.