Pogba riceve una lettera dalla Juventus: c’è scritto cosa gli accadrà, è solo il primo passo
Paul Pogba se l'aspettava. Sapeva che presto gli sarebbe arrivata una lettera della Juventus. Un atto formale, dovuto alla luce della vicenda doping nella quale il calciatore è rimasto coinvolto. Ma il contenuto di quella comunicazione fa comunque male ed è solo il primo passo tra le pieghe della procedura contrattuale e regolamentare che fa riferimento a situazioni del genere. Dà la prima risposta al quesito su "cosa farà adesso la vecchia signora?" ma è solo una parte della soluzione al quesito.
Venerdì scorso è stato reso pubblico il referto sui secondi esami effettuati, da quel giorno è scattato ufficialmente il provvedimento di sospensione da parte del club nei confronti del centrocampista francese che nel frattempo era stato fermato in via cautelare dal Tribunale nazionale antidoping per i riscontri risalenti alla gara di campionato (il calciatore era in panchina) del 20 agosto scorso tra Udinese e Juve.
Cosa c'è scritto nella missiva spedita all'ex del Manchester United? Pogba viene informato che la società procederà alla interruzione del pagamento dello stipendio (articolo 5.5 del regolamento) percepito finora come previsto nell'accordo collettivo (qui il documento integrale) sottoscritto per il periodo compreso tra il 31 gennaio 2023 e il 30 giugno 2024 da Figc, Lega Nazionale Professionisti Serie A e Associazione Italiana Calciatori.
Un taglio robusto che – secondo l'articolo 11.4 dello stesso pacchetto di norme – ha funzione risarcitoria nei confronti della società e le permette di ridurre gli emolumenti del tesserato fino ai minimi tabellari federali: nel caso di Pogba (qui la scala dei valori indicati) la somma è di 42.477 euro lordi, circa 2 mila euro netti al mese.
L'esito delle contro-analisi non ha cambiato il corso della vicenda ma la positività al Dhea (deidroepiandrosterone), un ormone steroideo naturale endogeno noto come "ormone della giovinezza", e non al testosterone lascia in mano alla sua difesa una buona carta da giocare per evitare una mazzata tremenda. Può cavarsela in un solo caso mentre, allo stato dei fatti, è davvero difficile ipotizzare ipotesi di patteggiamento o forme di conciliazione che lo aiutino a evitare la punizione.
La strategia dei legali punta su un fattore: il Dhea (in commercio in molti altri Paesi, non Italia dal 2o21) si ritrova in prodotti per il miglioramento della forza muscolare e non sempre è indicato in etichetta. Un particolare che potrebbe tornare utile per sostenere la tesi dell’integratore contaminato ma per sperare in un verdetto meno severo il calciatore dovrà specificare in maniera attendibile quando e in quali quantità ne ha fatto uso.
Entro venerdì prossimo Pogba deve decidere se manifestare al procuratore antidoping Pierfilippo Laviani disponibilità all'interrogatorio oppure spedire memorie difensive facendo leva tutto sulla "non intenzionalità" dell'assunzione della sostanza illecita. Al termine della fase istruttoria la Procura antidoping può chiedere l'archiviazione al TNA oppure optare per il deferimento rinviando a giudizio il francese che rischia fino a un massimo di 4 anni di squalifica (nella peggiore delle ipotesi) oppure può beneficiare (qualora riesca a convincere i giudici della propria innocenza/buona fede) di uno sconto non superiore al 50% della richiesta della Procura.
Un eventuale provvedimento di squalifica consentirebbe alla Juve di arrivare alla rescissione del contratto in essere (fino a giugno 2026, con un risparmio di quasi 30 milioni) così come non è da escludere che il club possa intentare causa al calciatore per il danno procurato alla luce degli investimenti sostenuti.