Pogba non operandosi assume un rischio per sé e la Juve: “È 50 e 50, il frammento può incastrarsi”
Paul Pogba ha scelto di non operarsi per il problema al menisco del ginocchio destro, optando per la terapia conservativa: un protocollo che tra fisioterapia prima, allenamenti differenziati poi, dovrebbe auspicabilmente riportarlo in campo tra 5 settimane, per metà settembre.
Una decisione presa contro il parere di tutti i medici consultati – incluso lo staff della Juventus – e col supporto del suo fisioterapista personale, che ha grande ascendente sul francese. I dottori che aveva interpellato il 29enne centrocampista, ultimo dei quali il luminare Bertrand Cottet-Sonnery a Lione, gli avevano consigliato la meniscectomia, ovvero la rimozione artroscopica del frammento di menisco rotto, una soluzione che avrebbe comportato una degenza di poco più lunga, consentendo comunque al giocatore di partecipare ai Mondiali in Qatar, massima priorità per Pogba.
L'ex Manchester United ha invece scelto di non andare sotto i ferri, assumendosi un rischio maggiore per sé e per la Juve, come spiega chiaramente Fabrizio Tencone, in passato responsabile del settore medico bianconero e oggi direttore di Isokinetic Torino: "A quanto risulta, c'è un rischio del 50 e 50 che si riproponga il fastidio – spiega a Tuttosport –Il problema non è tanto correre o prendere un colpo, il problema è saltarci sopra con la rotazione. Poi, per carità, non è che capiti nulla di grave: verrebbe operato in quel momento lì. Però vuol dire ricominciare da capo tutto il discorso".
Tencone scende nei particolari del problema che affligge Pogba e di come potrebbe avvenire la tenuta recidiva: "Nelle prossime cinque settimane il giocatore riprenderà progressivamente gli allenamenti. Non ci sono delle cure particolari. Quel menisco è rotto e nessuna cura del mondo lo riaggiusterà. Rimarrà rotto. Tuttavia il pezzettino di menisco che si è staccato potrebbe iniziare a dare sempre meno fastidio e dolore a patto che, come si dice in gergo, non ‘incastri il inocchio' e non lo ‘mandi in blocco'. Vuol dire che il ginocchio è bloccato dentro perché il pezzettino rotto si incastra nell'articolazione: il giocatore sente di non riuscire a distendere o piegare il ginocchio fino in fondo. Lo sente bloccato, appunto. Pogba potrebbe anche non sentire fastidio per niente, nel migliore dei casi. E quindi riprendere progressivamente gli allenamenti".
Diverso sarebbe stato lo scenario in caso di intervento chirurgico, con prospettive di esito più certo nel lungo periodo: "Con l’operazione si asporta il pezzettino rotto e non c'è più niente che si possa incastrare. Potrebbero esserci problemi solo con una nuova rottura, ma si tratta proprio di avere un altro infortunio. Ipotizzo che sia una scelta del giocatore. Immagino che la società l'abbia accettata e autorizzata, anche perché non puoi certo fare operare un giocatore contro la sua volontà. Se Pogba l'avesse fatto immediatamente dopo l'infortunio, avrebbe già guadagnato una settimana-dieci giorni…".