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L’ultimo post di Andy Brehme poche ore prima della morte: pensava a Inter-Atletico Madrid

Poche ore prima della drammatica notizia dell’improvvisa scomparsa a causa di un arresto cardiaco, sulla pagina ufficiale di Andreas Brehme era stata pubblicata una storia sulla gara di Champions, Inter-Atletico Madrid. E questa sera, nella “sua” San Siro, il club lo ricorderà per l’ultima volta, giocando con la fascia a lutto.
A cura di Alessio Pediglieri
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L'improvvisa scomparsa di Andy Brehme ha sconvolto il mondo del calcio internazionale, colpendo da vicino  quello tedesco e interista, le due realtà che da sempre hanno caratterizzato la straordinaria carriera dell'esterno difensivo. Una morte improvvisa, per un attacco cardiaco che non ha lasciato scampo ad un cuore che continuava a battere per i colori nerazzurri: solamente poche ore prima della drammatica notizia, sui suoi profili social Brehme aveva rinverdito il proprio amore per la Beneamata con una storia che riguardava la gara di Champions di questa sera contro l'Atletico Madrid e pubblicando il giorno prima la mitica maglia che vestì all'Inter con una semplice didascalia che non aveva necessità di altro: "Il tre sono io".

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Il destino ha strappato via Andreas Brehme all'età di 63 anni mentre stava vivendo la sua seconda vita nel calcio dopo aver trascinato la Germania sul tetto del mondo nei Mondiali di Italia '90 con il rigore decisivo siglato all'Argentina e ancor prima aver deliziato il mondo interista nella conquista di uno scudetto dei record e, poi, di una Coppa Uefa. Una morte improvvisa che ha colto di sorpresa tutti, anche lo stesso ex esterno difensivo che non si è mai staccato dal pallone, seguendo con affetto le sue ex squadre, soprattutto l'Inter cui era particolarmente attaccato per il suo straordinario trascorso a cavallo tra gli anni 80 e 90 quando nell'armata nerazzurra militava insieme ai suoi connazionali e amici Lothar Matthaus e Jurgen Klinsmann.

Proprio all'Inter erano stati rivolti gli ultimi pensieri di Brehme che si apprestava a tifare nerazzurro nella sfida di questa sera di Champions League che vedrà la formazione di Inzaghi sfidare l'Atletico Madrid di Simeone, altro grande ex di lusso. Poche ore prima della tragedia, aveva pubblicato una storia che riguardava l'andata di finale nella "sua" San Siro, con in sottofondo i cori della curva interista nello stadio che lo aveva visto per quattro stagioni scrivere pagine indimenticabili dell'Inter di Trapattoni. Un cuore che batteva nerazzurro, un amore infinito – ricambiato e mai dimenticato – che Brehme amava rinverdire sulle sue pagine social. Solamente nella giornata di lunedì aveva postato una foto della mitica casacca nerazzurra con lo sponsor Misura e il numero 3 sulle spalle. Nessun nome – a quei tempi non ci si pensava nemmeno – ma non era necessario, tanto che la didascalia lasciata a margine di quella foto dice già tutto: "Il tre sono io".

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Andy Brehme recentemente stava anche promuovendo una sua biografia, anch'essa immortalata in una delle ultime storie su Instagram, sempre in chiave nerazzurra: "Ambidestro" il titolo con a corollario "da San Siro a Roma" e una foto in rigorosa tenuta interista, a rivivere la sua straordinaria cavalcata calcistica che nel destino aveva l'Italia, prima nel club e poi nel mitico Mondiale del 1990. Ancora l'Inter sempre presente negli ultimi post dell'ex terzino, a celebrare le vittorie della squadra di Inzaghi, come la pubblicazione di un'altra casacca nerazzurra anni 90 alla quale aveva taggato anche Yan Sommer. E poi tanti altri post, con gli amici di una vita in nerazzurro, da Klinsmann a Nicola Berti, dall'inseparabile "gemello" Matthaus fino alla celebrazione degli "eroi" moderni con l'esultanza per la vittoria dell'ultima Supercoppa italiana con Lautaro Martinez e compagni a festeggiare il trofeo.

Questa sera, in occasione della sfida di Champions League contro l'Atletico Madrid, l'Inter non dimenticherà Andreas Brehme, uno della grande "famiglia" interista e lo farà a San Siro, con il popolo nerazzurro pronto a tributargli l'ultimo doveroso ringraziamento. Scendendo in campo con il lutto al braccio per ricordare un grande giocatore ma soprattutto uno dei suoi più grandi tifosi.

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