Pirlo rischia l’esonero, ma si salva: confermato dopo la riunione d’emergenza in casa Juve
Esonero immediato oppure conferma fino al termine della stagione, la seconda opzione è la più opinabile. Lo scossone aveva un senso dopo l'uscita dalla Champions, cambiare adesso alimenterebbe solo confusione. Ecco perché il futuro prossimo di Andrea Pirlo non è stato deciso oggi ma solo rimandato. Resta in panchina (ma il destino è segnato). È la linea emersa in un vertice alla Continassa dopo la sconfitta per 0-3 subita contro il Milan che ha spinto la Juventus fuori dalle prime quattro. Confermata dallo stesso club bianconero nella consueta comunicazione ufficiale post-allenamento:
Domani sarà già giorno di vigilia e alle ore 12.00 Mister Andrea Pirlo risponderà in conferenza stampa alle domande dei giornalisti collegati e invitati da remoto.
"Continuerò a lavorare fino a quando il club me lo permetterà", le parole del tecnico a margine del ko con i rossoneri: e così ha fatto, dirigendo regolarmente l'allenamento come da programma. Lui in campo con la squadra, la dirigenza a interrogarsi sulla migliore decisione da prendere in questa fase molto delicata dove in ballo c'è una qualificazione che vale milioni, prestigio e che – in caso di flop clamoroso – avrebbe ricadute finanziare durissime sui conti già provati dai mancati introiti per la pandemia e il fabbisogno di cassa corrente.
Valutazioni. Non c'è molto tempo a disposizione per meditare sulla scelta del ‘male minore'. E quale sia tra esonero e fiducia è davvero un rompicapo. Ragionamenti sul futuro immediato erano iniziati già dopo il tracollo contro i rossoneri e proseguono oggi. Igor Tudor nelle veste di traghettatore era l'ipotesi più probabile trapelata nelle scorse settimane: dopo il naufragio in Coppa con il Porto (seconda eliminazione consecutiva agli ottavi di finale) e lo scivolone inatteso contro il Benevento, è l'ex difensore ed ex allenatore dell'Udinese (recepito nello staff del tecnico e poi emarginato) la figura cui sarebbe stato chiesto un sacrificio.
Il calendario, del resto, non dà tregua. Mercoledì 12 maggio c'è il turno infrasettimanale di campionato con il Sassuolo (avversario insidioso), tre giorni dopo (domenica 15 maggio) a Torino arriva l'Inter di Antonio Conte. "Morte tua, vita mia" è la frase che il tecnico ha ripetuto (e ripete anche adesso che ha lo scudetto in tasca) alla squadra, chiedendole di dare il massimo sempre, fino al termine della stagione. Il 19 maggio c'è la finale di Coppa Italia contro l'Atalanta di Gasperini e infine la chiosa della Serie A con il Bologna al Dall'Ara (23 maggio).
Orientamento. Non è solo questione di tenere saldo il timone in mezzo alla tempesta. Orientamento è anche l'idea che, giocoforza, considerata la sequenza e il coefficiente di difficoltà degli impegni, continuare con Pirlo per le prossime quattro sfide è la scelta plausibile.
Champions, allarme rosso. Il livello d'allerta era già scattato nelle ultime giornate, le vittorie di Atalanta e Napoli avevano alimentato la pressione sulla Juventus. Il crollo con il Milan rende tutto più difficile: i bianconeri sono in svantaggio con tutte le concorrenti ai primi quattro posti, così dice il bilancio dei confronti diretti. Cosa vuol dire? Che non basta vincere e fare 9 punti nelle prossime 3 partite: le fortune (o la sfortuna) della ‘vecchia signora' dipendono molto anche dal cammino delle altre formazioni.