Piqué accusa ancora l’Italia: “Ai rigori è stata avvantaggiata anche contro l’Inghilterra”
Alla fine la Coppa è arrivata a Roma. L'Italia Campione d'Europa l'ha alzata al cielo nella notte di Wembley e poi l'ha esibita con orgoglio al rientro, quando è stata accolta con grande entusiasmo all'aeroporto. Gli Azzurri hanno ancora gli occhi lucidi e assonnati, l'euforia per il successo li ha tenuti svegli per tutta la notte.
La grande impresa s'è materializzata ai calci di rigore: dopo aver eliminato la Spagna in semifinale, è stata l'Inghilterra a chinare il capo dinanzi alle parate di Gianluigi Donnarumma, eletto anche miglior calciatore del torneo. Una gioia doppia per "Gigio" che non si era accorto subito di aver suggellato il trionfo dopo aver respinto la conclusione di Saka.
Tutto molto bello, avrebbe detto Bruno Pizzul che molti avrebbero voluto come voce narrante della telecronaca della finale. Per Gerard Piqué, invece, è ancora una volta tutto molto brutto.
Al difensore del Barcellona, ex centrale delle Furie Rosse, proprio non va giù la questione dei tiri dal dischetto. Definì ingiusto il "vantaggio" concesso alla Nazionale italiana che batte per prima i penalty e ipotizzò che forse la sequenza dagli undici metri andrebbe cambiata. Ribadisce il concetto adesso, pur riconoscendo i meriti alla formazione di Roberto Mancini.
Congratulazioni all'Italia che ha vinto con pieno merito gli Europei. È sicuramente la miglior Nazionale di tutta la competizione – si legge nel messaggio pubblicato su Twitter -. Ovviamente, il fatto di aver calciato di nuovo per prima i rigori l’ha avvantaggiata ancora una volta. Ha potuto commettere un errore e, come successo contro la Spagna, è rimasta ancora in corsa.
Le obiezioni di Piqué hanno un fondamento? E su cosa si poggiano? È davvero possibile che chi tira per primo i calci di rigore sia avvantaggiato? Secondo il difensore catalano l'alternanza non consente mai alla squadra designata come seconda dal dischetto di ribaltare la situazione, se non sperando nell'errore dell'avversario. In realtà le sue affermazioni non sono campate in aria né frutto di gelosia o incapacità di accettare la sconfitta. Uno studio pubblicato di recente dall'American Economic Association gli dà ragione. Dall'analisi di una serie di partite, tra le più importanti a livello internazionale, giocate nel periodo compreso tra il 1970 e il 2008 e decise ai calci di rigore è stato dedotto che nel 60% dei match chi ha battuto per primo dal dischetto ha poi vinto.
Come ovviare a questa forma di "ingiustizia"? Adottare un sistema differente nell'esecuzione dei penalty, qualcosa di molto simile al tie-break nel tennis: dopo il primo calcio di rigore, l'altra squadra potrà poi batter per prima due volte nella sequenza. Non più seguendo il classico schema ABAB ma ABBA, ipotesi che la Fifa ha già preso in esame.