Pippo Inzaghi tuona dopo l’esonero: “Comunicato con una mail, ma la ruota gira per tutti…”
Pippo Inzaghi non è più l'allenatore del Brescia. Al suo posto è tornato Eugenio Corini già ufficializzato dal club lombardo a poche ore dall'addio a Superpippo, costretto ad abbandonare proprio nel momento più intenso della stagione, con la squadra in piena corsa nei playoff per la promozione. E proprio questo aspetto è al centro dell'amarezza dell'ex attaccante che si è ritrovato improvvisamente senza squadra, con la società che non si sarebbe attenuta al contratto sottoscritto, in cui c'era anche una clausola oggi non considerata.
Probabilmente ci sarà un ritorno sull'argomento in altre sedi, per vie legali perché Inzaghi non ha alcuna intenzione di restare a guardare. E se un accenno era già arrivato nei giorni scorsi, oggi con una lettera aperta pubblicata sui social e rivolta soprattutto ai tifosi del Brescia, l'ex tecnico delle Rondinelle lo dice a chiare lettere: "Ci tengo però a concludere con una riflessione che verrà approfondita nelle sedi competenti". Una presa di posizione chiara e definitiva a tutela dei propri diritti, lesi da un esonero considerato illegittimo. "Seppur privilegiati, anche noi sportivi siamo dei lavoratori, soggetti ad obblighi, doveri e diritti – ricorda Inzaghi nel lungo post – sottoscriviamo contratti di lavoro come chiunque nel mondo del lavoro, che prevedono i diritti e, soprattutto, i doveri. Trovo assurdo che uno Stato come l’Italia che per l’appunto è una ‘Repubblica basata sul lavoro’, le alte cariche dello sport non assumano responsabilità per tutelare gli impegni contrattuali, scaricandole da una persona all’altra".
Ovviamente, sotto la lente di ingrandimento ci sarebbe la famosa clausola sottoscritta al momento della firma da entrambe le parti, di non poter procedere all'esonero se la squadra si fosse trovata tra le prime otto in classifica, situazione attualmente in essere (il Brescia, è quinto malgrado tre punti raccolti nelle ultime 4 partite). La stessa per cui Cellino aveva dovuto già fare marcia indietro a inizio di febbraio, quando era entrato in rotta di collisione col tecnico. "Mi era stato chiesto un consolidamento della squadra in Serie B, con un sogno play off, dal quale era nato l’impegno della società a non esonerarmi qualora la squadra fosse rimasta tra le prime otto – ricorda ancora Inzaghi nella lunga lettera – ad evidenziare che, se si fosse raggiunto quell’obiettivo, nulla avrebbe potuto togliermi il posto". Invece, tutto è precipitato e oggi, i destini di tecnico e società si sono separati.
Poi, il pensiero torna al popolo bresciano, che lo ha sempre sostenuto anche nel momento più difficile e che non gli ha fatto mancare affetto e solidarietà anche in questi difficilissimi momenti, contrariamente al club, incapace anche di un ultimo estremo gesto di umanità: "Assieme all’enorme rammarico per questo esonero, comunicato con una fredda e-mail senza nemmeno una telefonata, lascio un gruppo splendido che mi sono sudato, lascio un treno in corsa che non avrei mai voluto lasciare, ma lascio soprattutto un pezzo di me dentro ad ognuno dei miei giocatori che spero si ricorderanno che il calcio si basa sul rispetto, sulla professionalità, sull’appartenenza e sull’amore verso questo sport"
"Mi sarebbe piaciuto divertirmi ed arrivare fino in fondo a questo anno incredibile" ha sottolineato ancora l'allenatore e proprio questo tormento, di vedersi negato il proseguimento del proprio lavoro ha portato Inzaghi ad un'ultima ulteriore considerazione amara: "Sono sicuro che la ruota giri sempre per tutti e dopo la tempesta venga sempre la quiete. Grazie di tutto Brescia e grazie a tutti voi bresciani"