Pippo Inzaghi accusato duramente dopo 7 anni: “Al Milan faceva giocare solo i suoi amici”
Accusare un allenatore a 7 anni di distanza significa che il risentimento nei suoi confronti non è stato del tutto superato. E in quel periodo al Milan la situazione non era certo delle migliori. La stagione 2014/2015 fu infatti contrassegnata da una grande svolta in casa rossonera. La speranza di limitare i danni in un periodo contraddistinto da un cambio generazionale, societario e di progetto, era di prioritaria importanza. Il club decise di affidare la guida tecnica a Pippo Inzaghi che dopo aver smesso di giocare a calcio fu promosso a giugno 2014 come nuovo allenatore della prima squadra.
La prima esperienza da professionista iniziò anche bene con la prima vittoria dei rossoneri 3-1 sulla Lazio. La posizione finale in classifica, a seguito di quella stagione, sarà però un decimo posto che con 13 vittorie, 13 pareggi e 12 sconfitte, con il Milan che fu escluso dalle coppe europee per il secondo anno di fila (non avveniva dalla stagione 1997/1998). In rosa erano presente tanti meteore e giocatori esperti come Adil Rami che a distanza di 7 anni ha accusato duramente il suo ex allenatore.
In realtà il risentimento del difensore francese, campione del mondo con la Nazionale di Deschamps nel 2018, è atavico. Proprio dopo i Mondiali vinti in Russia, in un'intervista rilasciata a L'Equipe, parlò del suo futuro e delle sue idee per continuare a lavorare nel mondo del calcio. “Da grande mi piacerebbe allenare, mi ci vedo bene in panchina – raccontò – A Inzaghi devo dire grazie, perché? Mi ha fatto capire che se c’è riuscito lui allora può farcela chiunque”. Un attacco gratuito già in quel periodo che nascondeva la sua rabbia per essere andato via dalla Milano rossonero.
Rami arrivò al Milan in prestito dal Valencia nel gennaio 2014 e nei primi cinque mesi, con Seedorf in panchina, totalizzò 16 presenze da titolare su 19 gare. Galliani fu convinto dalle sue prestazioni e così decise di riscattarlo per 4 milioni, ma Inzaghi l'ha utilizzato pochissimo dopo il suo arrivo provandolo in alcuni casi anche nell'inedito ruolo di esterno destro. Ecco perché il suo rendimento in rossonero, anche alternato da alcuni infortuni, fu decisamente deludente. Il difensore però ha sempre addossato la colpa del suo flop al diavolo proprio all'ex allenatore del Milan oggi tecnico della Reggina in Serie B. Quello raccontato da Rami è sembrato essere uno scenario da incubo.
"Il Milan è la mia priorità, io voglio restare, ma dipende dall'allenatore – spiegò nel 2015 in un'intervista rilasciata a L'Equipe – Inzaghi? Se resta credo che dovrò andarmene per avere più spazio. Altrimenti rimango". Oggi, a distanza di 7 anni, intervistato al “Salon VIP Champions” di beIN Sports, l’ex difensore del Milan attualmente ancora in Ligue 1 ma al Troyes, è tornato a parlare della sua esperienza in rossonero. “Quando ero al Milan ho avuto la sfortuna di imbattermi in Inzaghi – spiega Rami che continua con il suo pugno duro – Faceva giocare solo i suoi suoi amici. Me ne sono andato, volevo ritrovare il calcio vero. Magari con un vero allenatore le mie cose al Milan sarebbero andate diversamente”.