Piermario Morosini come Davide Astori, 8 anni fa morì per una patologia mai diagnosticata
Il cuore di Piermario Morosini collassò per una cardiomiopatia aritmogena mai diagnosticata. Morì a 25 anni e quel 14 aprile 2012 sembra ieri anche a distanza di 8 anni dalla tragedia che si consumò in campo, durante la partita del campionato di Serie B (31° minuto) tra Pescara e Livorno. Il match venne sospeso e poi continuò nonostante tutto. Impossibile dimenticare le immagini del calciatore che si accascia al suolo, perde i sensi e resta lì, per terra, con lo stadio in silenzio e i giocatori col fiato sospeso perché era chiaro quanto fosse grave la situazione.
Il decesso avvenne nell'ospedale del capoluogo abruzzese alle 16.45 per una crisi improvvisa, provocata da un'anomalia genetica – in base a quanto stabilito da una perizia richiesta dalla Procura di Pescara – che aveva inficiato il funzionamento del muscolo cardiaco. La stessa che a marzo del 2018 stroncò la vita di Davide Astori, il cui cadavere venne ritrovato nella stanza d'albergo dove la Fiorentina alloggiava in occasione della trasferta di Udine.
Vicenza e Livorno ritirarono per sempre la maglia numero 25. A Morosini vennero dedicati il centro tecnico di Isola Vicentina, la "gradinata" dello stadio Armando Picchi degli amaranto, il settore ospiti dell'Adriatico di Pescara e infine la Curva Sud del Gewiss Stadium della "dea".
La carriera. Nato a Bergamo, Morosini era cresciuto nel settore giovanile dell'Atalanta con la quale aveva raccolto anche la prima vittoria della carriera (titolo di campione nazionale Allievi nel 2002). E da lì spiccò il volo tra i professionisti fino a disputare 149 partite (segnando anche 1 gol) e arrivare alla maglia Azzurra della Nazionale (con l'Under 21 conquistò la medaglia di bronzo agli Europei di Svezia nel 2009)
L'indagine e il processo: assolti i 3 medici finiti sotto inchiesta. Subito dopo la morte del calciatore la Procura della Repubblica aprì indagine e processo per stabilire cause e responsabilità della tragedia. Dopo sette anni, ottobre 2019, la Corte d'Appello di Perugia si pronunciò in favore dell'assoluzione dei medici Vito Molfese, Manlio Porcellini ed Ernesto Serafini, che erano stati condannati per omicidio colposo. Pochi mesi prima, ad aprile, la Cassazione aveva annullato la sentenza di condanna in primo grado dal tribunale di Pescara e ribadita poi dalla Corte d'Appello de L'Aquila, disponendo il rinvio presso la Corte d'Appello di Perugia per un nuovo giudizio.