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“Pessina ormai risponde in napoletano a tutti”: gli effetti degli Europei sulla gente

Prima compagno di Roberto Mancini alla Sampdoria da calciatore, poi da 17 anni suo collaboratore in panchina, Fausto Salsano conosce tutti i segreti di un gruppo diventato granitico: nell’Italia che ha trionfato ai campionati Europei c’è un’anima napoletana che ha impregnato lo spirito azzurro.
A cura di Paolo Fiorenza
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Una famiglia più che una squadra di calcio: l'Italia che ha trionfato agli Europei battendo in finale l'Inghilterra è andata oltre la somma di 26 individualità, dimostrando cosa si può ottenere con un gruppo compatto come un monolite. Merito di Roberto Mancini, ma anche di qualcuno dei nostri ragazzi che più degli altri ha contribuito a creare l'ambiente ideale per scaricare le tensioni e cementare l'alchimia giusta.

Intervistato da Il Mattino, Fausto Salsano – collaboratore tecnico e tattico di Mancini – svela come l'anima napoletana abbia impregnato la squadra azzurra nelle settimane che hanno portato al trionfo di Wembley: "Pochi dubbi, il gruppo napoletano ha creato il gruppo della Nazionale. Hanno fatto da traino. Basti pensare che ormai Pessina risponde in napoletano a tutti. Per non parlare delle canzoni: ormai solo tormentoni neomelodici. Avevano coinvolto tutti: Ciro Immobile e Lorenzo Insigne sono due fenomeni. Siamo stati 50 giorni insieme e non c'è mai stato un momento di noia".

Salsano racconta cosa accadeva nel ritiro dell'Italia: "Coverciano è diventata la nostra casa ed è nato un gruppo che era in sintonia su tutto: dalla colazione a quando si andavamo a letto. Siamo diventati una famiglia, tra palestra, allenamenti e boccette. A boccette sono il più forte di tutti e la sera l'appuntamento fisso per i ragazzi era venire a vedere le nostre sfide. Io in coppia con Attilio Lombardo sfidavamo Vialli e Battara. Tutti a fare il tifo. Ecco cosa vuol dire il gruppo".

L'assistente del Mancio e suo ex compagno nella Sampdoria a fine anni '80 spiega cosa faceva durante le partite degli Europei, quando era inquadrato sempre con gli auricolari: "Ero sempre in contatto con i match analyst per controllare se quello che vedevamo noi in campo fosse corretto e se c'era qualcosa da sistemare nella squadra. Di solito ero io in tribuna, ma stavolta ho seguito le gare in panchina". Da 17 anni Salsano è l'uomo ombra di Mancini in panchina, dalle due esperienze all'Inter, passando per Manchester City, Galatasaray e Zenit: "Roberto è stato bravissimo. Ha concesso sempre molta libertà, ma facendo rispettare le regole", conclude il collaboratore del CT azzurro.

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