Perugia, contestazione per la retrocessione in Serie C: appesi ad un cavalcavia 4 manichini
Non è stata una bella serata quella di ieri per Perugia e per il Perugia. La retrocessione in Serie C arrivata dopo la sconfitta ai rigori contro il Pescara ha portato alla contestazione dei tifosi umbri, che si sono ritrovati in 700 tifosi e hanno preso di mira la dirigenza e i giocatori. Il presidente Massimiliano Santopadre e il bomber della squadra Pietro Iemmello, che ha sbagliato due dei penalty che hanno condannato il Grifo alla C, i più bersagliati.
Sono state lanciate alcune bottiglie di vetro contro la recinzione del parcheggio dello spogliatoio insieme ad alcuni potenti petardi ma la situazione è sempre stato sotto il controllo dalle forze dell'ordine, polizia e carabinieri, in tenuta antisommossa. Poco prima delle 2.30 i tesserati del Perugia, preceduti dal bus del Pescara, hanno lasciato lo stadio Renato Curi con le loro auto e il bus biancorosso "ha coperto" l'uscita dei mezzi privati di calciatori e dirigenti.
La contestazione non è terminata con i cori e il lancio di oggetti ma ha assunto toni più raccapriccianti e secondo quanto riportato dal Corriere dell'Umbria sono stati appesi a un cavalcavia quattro fantocci in una zona periferica della città umbra nella notte . Questi manichini rappresentavano i giocatori (tre manichini portavano i numeri di maglia 9, 23 e 27) e la dirigenza con uno striscione che recitava “Vi vogliamo così”. I numeri scritti sui fantocci corrispondono a quelli indossati nel corso di questa stagione da Iemmello, Falzerano e Di Chiara.
Una serata da dimenticare sotto tutti i punti di vista per la società umbra: l'ultima volta che il Perugia era retrocesso sul campo dalla Serie B alla C era il 1986/1987 ma i toni con cui è stata portata avanti la contestazione nel post-partita probabilmente è ancora più grave. Una brutta pagina nella storia del Grifo.