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Perché sulla clausola Spalletti il Napoli dice di avere ragione: “Club equiparato alla Nazionale, paga o resta fermo”

Mattia Grassani è l’esperto di diritto sportivo e avvocato del Napoli che ha spiegato quali sono le motivazioni del club e perché la clausola è valida anche rispetto all’incarico con l’Italia: “Se Spalletti decide di modificare uno dei pilastri del verbale di conciliazione questo ha un prezzo che è stato liberamente definito”.
A cura di Maurizio De Santis
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L'ex tecnico del Napoli, Luciano Spalletti, e il presidente, Aurelio De Laurentiis.
L'ex tecnico del Napoli, Luciano Spalletti, e il presidente, Aurelio De Laurentiis.

L'ambito di efficacia della clausola di non concorrenza. La vicenda ‘Spalletti ct della Nazionale' è tutta qui, in questo nodo gordiano in cui si aggrovigliano la "questione di principio e non di vil denaro" del Napoli (espressa dal presidente, Aurelio De Laurentiis, sul rispetto della contrattualistica, dei vincoli accettati e sottoscritti dall'allenatore) e la volontà da parte della Federcalcio di tesserare il nuovo selezionatore senza versare penali (poco più di 3 milioni di euro) nelle casse del club.

Le parole del massimo dirigente tracciano una linea di confine molto netta, lasciando intendere anche che è tangibile il rischio si arrivi a una causa in tribunale affinché una sentenza sciolga l'intoppo. Ma, a un mese da due gare importanti per la qualificazione a Euro 2024, colmare il vuoto lasciato dalle dimissioni improvvise di Roberto Mancini (che è andato via attaccando il presidente, Gabriele Gravina) con una battaglia legale che allunghi i tempi per la nomina, è opzione devastante per tutti. Più ancora del ‘mollo tutto e vado via di punto in bianco' dell'ex ct perché ha ritenuto che la propria figura fosse ormai inconciliabile rispetto a determinate scelte della Figc.

Mattia Grassani, esperto di diritto sportivo e avvocato del Napoli.
Mattia Grassani, esperto di diritto sportivo e avvocato del Napoli.

La posizione del Napoli è molto chiara: la società ritiene che quel codicillo sia pienamente valido anche in caso di incarico federale. In buona sostanza, se Spalletti vuole la panchina dell'Italia può farlo liberamente (anche) pagando di tasca propria. Lo ribadisce l'avvocato Mattia Grassani, esperto di diritto sportivo e legale dei partenopei che si è occupato del patto di fine rapporto.

Spalletti è assolutamente libero di collocarsi presso qualunque squadra ma per farlo deve rispettare gli impegni economici che un mese fa ha sottoscritto. È solo una questione economica, non deve chiedere permessi o autorizzazioni al Napoli. Ha questo tipo di obbligazione che è liberamente assunta, assistita dai legali di fiducia e firmata davanti ad autorità dello Stato che hanno ratificato questo accordo.

Il legale dà una spiegazione articolata partendo anzitutto dalla situazione atipica che s'è venuta a creare perché in ballo c'è la panchina dell'Italia e non quella di un'altra squadra (in particolare di prima fascia come la Juventus, il Milan o l'Inter in Serie A). Ma su un punto resta fermo.

La clausola aveva lo scopo di ristorare il Napoli – ha aggiunto – qualora Spalletti non fosse rimasto fermo per un anno e ci fosse stata una società concorrente. Ha risolto il suo contratto in maniera consensuale e quindi è allenatore libero e a fronte di questa libertà è stato liberamente pattuito tra le parti che ci fosse questo vincolo economico. È una penale che contro-bilancia il fatto che Spalletti il 5 luglio avrebbe potuto accasarsi alla Juve, al Milan, all'Inter.

Il presidente federale, Gabriele Gravina (a destra), accanto al massimo dirigente dei partenopei.
Il presidente federale, Gabriele Gravina (a destra), accanto al massimo dirigente dei partenopei.

L'imprevisto sono state le circostanze eccezionali (le dimissioni di Mancini, ndr) che hanno portato la Figc a interessarsi a Spalletti. Ma anche da questo punto di vista il Napoli crede di avere ragione.

Mai la Federazione ha pagato un club per un allenatore – le parole di Grassani -. Se per ragioni statutarie, politiche e finanziarie è impossibilitata a legittimare un pagamento a un club a lei affiliato, allora l'unico soggetto che può sbloccare la situazione è Luciano, rispettando l'adempimento. Adesso c'è l'ipotesi Nazionale ma nulla cambia. Se Spalletti decide di modificare uno dei pilastri del verbale di conciliazione questo ha un prezzo che è stato liberamente definito. Poi spetterà a lui eventualmente negoziare con la Federazione un compenso che possa ristorare in parte o del tutto la cifra pagata per la penale.

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