“Perché solo la Juventus è stata penalizzata e cosa rischia ancora” in 10 domande e 10 risposte
Sono giorni concitati per la Juventus e di riflesso per il calcio italiano. La decisione della Corte federale d'appello che ha portato alla penalizzazione della Juve è solo il primo atto di una vicenda che si dipanerà per mesi nelle aule di tribunale in parallelo allo svolgimento del campionato. All'orizzonte, per la Juventus e non solo, la prospettiva di altri due processi distinti – per la "manovra stipendi" e un secondo filone plusvalenze – e una lunga trafila di sanzioni, ricorsi e gradi di giudizio. In attesa delle motivazioni del -15 al club bianconero, che aiuteranno a definire meglio il quadro generale, l'avvocato Federica Ferrari, specializzato in diritto sportivo e cofondatrice DCF Sport Legal, ha riassunto i punti fermi dell'intera storia a Fanpage.it.
C’è molta attesa per le motivazioni: quale si aspetta possa essere stata la chiave di lettura che ha portato a questa sentenza?
"In attesa delle motivazioni della Corte Federale d’Appello, credo che gli argomenti che meglio saranno illustrati e costituiranno un baluardo per il futuro saranno la definizione di “plusvalenza” e l’applicazione del principio di afflittività. In merito al primo concetto, le argomentazioni dell’organo di giustizia federale dovranno chiarire la differenza tra una plusvalenza (operazione lecita) rispetto a una plusvalenza artificiale, che è invece quella rilevata nel caso in questione e che costituisce uno schema volto ad alterare i conti di una società. Il principio afflittivo, invece, è un istituto molto utilizzato nella giustizia sportiva e meno in quella disciplinare, ma nel caso della Juventus credo che saranno forniti spunti molto interessanti per il futuro e per l’applicazione delle sanzioni, che potranno anche fare giurisprudenza".
La domanda più gettonata: perché è stata punita soltanto la Juventus?
"La richiesta della Procura Federale per il sodalizio torinese è giustificata dal fatto che i nuovi elementi acquisiti dal processo penale avrebbero dimostrato, secondo l’accusa, che la Juve avesse congegnato un “sistema” di plusvalenze fittizie e che quindi non si trattasse di semplici episodi di acquisti o cessioni di giocatori a prezzi fuori mercato. Gli elementi acquisiti sono stati raccolti nell’indagine penale condotta nei riguardi della dirigenza del club torinese e quindi non hanno potuto riguardare altre squadre, per le quali appunto la Procura si è limitata a richiedere le medesime sanzioni richieste nel precedente procedimento".
Perché il possibile processo per la manovra stipendi può essere ancora più pesante in termini di conseguenze sul piano sportivo?
"Sulla base degli atti dell’inchiesta dei magistrati di Torino, è stato aperto un nuovo procedimento per la violazione dell’articolo 31 del Codice di giustizia sportiva. Quest’ultima norma prevede al comma 3 che: “La società che pattuisce con i propri tesserati o corrisponde comunque loro compensi, premi o indennità in violazione delle disposizioni federali vigenti” venga sanzionata. Per questo motivo, qualora il Procuratore Federale, conclusa l’indagine, dovesse prevedere di proseguire l’azione disciplinare, il Club potrebbe rischiare una nuova ulteriore sanzione, quale “l’ammenda da uno a tre volte l’ammontare illecitamente pattuito o corrisposto, cui può aggiungersi la penalizzazione di uno o più punti in classifica”. Ritengo però che la sanzione definitiva dovrà tenere conto del fatto che si tratti di condotte tutte facenti capo al medesimo disegno criminoso e quindi determinabili in applicazione dell’istituto della continuazione".
Esiste uno scenario nel quale per la Juve potrebbe essere contemplata la violazione dell’articolo 31 comma 2 arrivando a rischiare persino la retrocessione?
"Esiste un’ipotesi, a mio avviso remota, disciplinata dal comma 2, il quale punisce con la retrocessione “la società che, mediante falsificazione dei propri documenti contabili o amministrativi“, ottenga l’iscrizione “a una competizione cui non avrebbe potuto essere ammessa sulla base delle disposizioni vigenti”. In quel caso la Procura Federale dovrebbe però dimostrare che la Juventus ha ottenuto l’iscrizione al Campionato di Serie A – in una delle tre stagioni sportive al centro dell’inchiesta penale – proprio grazie a tale condotte".
Su quel fronte rischiano anche i calciatori che hanno firmato gli accordi?
"Sempre l’articolo 31 CGS al comma 8 stabilisce che “i tesserati che pattuiscono con la società o percepiscono comunque dalla stessa compensi, premi o indennità in violazione delle norme federali sono soggetti alla sanzione della squalifica di durata non inferiore a un mese”. In ragione di ciò, basterebbe per la Procura Federale dimostrare che ci sia stata una pattuizione o un pagamento in violazione alle norme federali per poter chiedere che anche i calciatori vengano sanzionati".
Quale sarà il ruolo dell’Uefa in questa vicenda? Possibile che adotti provvedimenti ad hoc sulla base di quello che avviene in Italia?
"Direttamente, la UEFA non ha assunto decisioni. C’è ragione di pensare che stia seguendo la vicenda e che, probabilmente, attenda che le vicende giudiziarie anche sul campo si sviluppino, eventualmente, per intervenire. Siamo ancora in una fase preliminare per rispondere accuratamente a questa domanda".
Cosa succederebbe in caso di ulteriore ricorso della Juve al TAR, con conseguente violazione della clausola compromissoria?
"La giustizia sportiva è una giustizia autonoma soprattutto in ambito disciplinare. Per questo motivo, la possibilità di violare la clausola compromissoria per accedere direttamente alla giustizia amministrativa potrebbe privare il club di un grado di giudizio avanti al Collegio di Garanzia dello Sport del Coni e condurre a una decisione di inammissibilità da parte del Tribunale Amministrativo del Lazio, per non aver rispettato tutti i gradi della giustizia sportiva interna".
Sulle plusvalenze potrebbe nascere un nuovo processo sportivo. Ma saranno coinvolti solo i club emersi nelle carte della Procura di Torino?
"Se in altri procedimenti dovessero evidenziarsi comportamenti sistemici come quelli rilevati dalla Procura di Torino, non vi è ragione di escludere la possibilità che ci siano nuovi procedimenti nei confronti di altri club".
Sono finite sotto i riflettori anche le plusvalenze realizzate dal Napoli nell’operazione per l’acquisto di Osimhen dal Lille. Cosa rischia il club azzurro e quali sono (se ci sono) le differenze con il caso della Juventus?
"Credo sia necessario esaminare ogni posizione in modo autonomo e distinto. Ora, per la questione di Osimhen, ogni valutazione è prematura perché siamo ancora in fase di indagini. Aspettiamo di vedere come si evolveranno le vicende".
Per gli altri due potenziali processi quali sono i tempi per la conclusione definitiva? Il campionato sta entrando nella sua fase finale.
"Il Codice di Giustizia a riguardo è molto dettagliato e prevede tempistiche molto stringenti. Dalla data di iscrizione nel registro delle notizie di fatti o atti rilevanti della notizia dell’illecito le indagini prendono l’avvio e possono durare 60 giorni con facoltà di massimo 2 proroghe (la prima di 40 giorni e la seconda di 20 giorni) per un totale di 120 giorni (4 mesi). Dalla chiusura delle indagini, il Procuratore Federale potrà notificare l'atto di deferimento entro 30 giorni dalla scadenza del termine concesso nella comunicazione di chiusura delle indagini. Entro dieci giorni dalla ricezione dell'atto di deferimento, il Presidente del Tribunale fissa l'udienza di discussione. Tra la data di ricezione dell'avviso di fissazione e la data fissata per l'udienza innanzi alla Sezione disciplinare del Tribunale federale, deve intercorrere un termine non inferiore a venti giorni liberi. E questo è solo il primo grado avanti al Tribunale Federale Nazionale Sezione Disciplinare, sicché i tempi per la conclusione definitiva è plausibile slittino oltre il 1 luglio 2023".