Perché si parla di Del Piero nuovo presidente della FIGC: può succedere solo in un caso
Alessandro Del Piero candidato in alternativa a Gabriele Gravina per la poltrona di presidente della Federcalcio. ‘Pinturicchio' è il nome forte intorno al quale alcuni massimi dirigenti (su tutti, Claudio Lotito della Lazio e Aurelio De Laurentiis del Napoli principali assertori di una necessità di cambiamento) vorrebbero costituire un fronte compatto abbastanza da impedire all'attuale numero uno della FIGC di mettere le mani sul terzo mandato. L'ex 10 bianconero, finora, non s'è sbilanciato perché, se proprio deve imbarcarsi in un'esperienza del genere, non vuole farlo senza bussola né certezze, col rischio che siano altri a fargli la linguaccia.
Cosa c'è dietro la possibile candidatura di Pinturicchio e chi lo sponsorizza
La figura dell'ex campione del mondo di Berlino 2006 riscuote appeal a più livelli, a prescindere dall'essere un'icona della Juventus. Piace, interessa, suscita empatia per i modi garbati, è giovane e preparato, ha un'immagine ‘fresca' e spendibile, è il nuovo che avanza e preme alle porte di vecchi equilibri di potere. Bastasse questo… È la mossa politica che, con una mano tesa all'Assocalciatori (finalmente rappresentata ai vertici da chi a pallone ha giocato e a ranghi elevati, acquisendo anche un know how fuori dal campo) e, perché no, all'Assoallenatori, può essere tentata in extremis così da incrinare la maggioranza che sostiene la governance.
L'obiettivo è giocarsi una partita il cui risultato, allo stato dei fatti, appare già scritto ma che potrebbe non essere più scontato qualora partisse il domino delle alleanze trasversali e dei consensi. È l'ennesimo atto di una guerra di logoramento e di scoraggiamento che, finora, ha prodotto solo scossoni senza intaccare le fondamenta. E confida ancora in una campagna elettorale feroce, che culminerebbe con il voto del 3 febbraio dopo un periodo di captatio benevolentiae durissimo e complesso.
La solidità del sistema Gravina, i numeri del presidente per il 3° mandato
La posizione di Gravina è solida anche nel nuovo sistema di pesi elettorali. Non farebbe fatica a trovare consensi una volta sciolta la riserva e annunciata la nomination. I numeri sono dalla sua parte: le colonne (le poltrone dei posti di comando) che reggono l'architrave del suo potere sono saldissime e fanno riferimento a persone di fiducia. Dilettanti, Serie C, Calciatori e quant'altro sono tutti dalla sua parte come emerso anche nell'ultima assemblea straordinaria. Immarcescibile, ha tirato dritto per la sua strada nonostante gli strali della Serie A e lo sgambetto della politica (l'emendamento Mulé, che avrebbe dovuto conferire maggiore potere alla Lega Calcio, è stato disinnescato).
Quando si andrà al voto il 3 febbraio prossimo lo si farà in uno scenario in cui i pesi elettorali saranno quelli tracciati dalle "nuove regole", che hanno contribuito a blindare il sostegno a Gravina e messo la museruola alla fronda che premeva verso l'autonomia assoluta della Lega di Serie A. La rappresentanza del massimo campionato avrà un peso lievemente modificato (da 3 a 4 consiglieri federali, dal 12% al 18%). Così accadrà per la Serie B (da 1 a 2, dal 5% al 6%) mentre la Lega Pro ne avrà uno in meno (da 3 a 2, dal 17% al 12%). Invariate le posizioni della Lega nazionale dilettanti (6 consiglieri, 34%), dell'Asso-allenatori (2 consiglieri, 20%) e dell’Asso-calciatori (4 consiglieri, 10%). Fuori gli arbitri che detenevano il 2% residuo ed esprimevano un consigliere federale.
Cosa potrebbe ostacolare un eventuale terzo mandato dell'attuale presidente? Nulla, nemmeno l'ombra delle inchieste a suo carico e il rischio di un rinvio a giudizio per la presunta compravendita di libri antichi e l'altrettanto ipotetica provvigione sui diritti tv della Serie C, per la quale è indagato per appropriazione indebita e auto-riciclaggio. Situazioni rispetto alle quali lo stesso Gravina s'è detto sempre sereno, pronto ad andare avanti ribadendo la propria estraneità.
Quali sono i tempi per candidatura e quando ci saranno le nuove elezioni
Come ed entro quando si può candidare Alessandro Del Piero? C'è tempo fino al 25 dicembre ma per concorrere alle elezioni del 3 febbraio è necessario che una componente, a maggioranza, sponsorizzi ufficialmente la sua figura. Nel caso della Serie A occorrono 11 voti su 20 società, un'asticella già abbastanza alta per come sono andate le cose nella recente assemblea: al momento della votazione sullo statuto federale sono state 12 le astenute, di cui 11 (Atalanta, Bologna, Como, Fiorentina, Inter, Juve, Monza, Parma, Roma, Udinese e Venezia) hanno marcato palese disaccordo rispetto all'ala che tendeva allo strappo (8 voti) guidata da Lotito, De Laurentiis e dal presidente di Lega, Lorenzo Casini.
Pinturicchio è davvero pronto a scendere in campo? Finora non ha detto sì ma nemmeno s'è tirato indietro con un cortese "sono lusingato, ma no, grazie". Potrebbe accettare a una condizione e in un solo caso: avere intorno a sé un consenso unanime e certo, cosa imprescindibile per chi come lui è già ambasciatore della Serie A nel mondo e non può rischiare la faccia. Sarebbe solo la premessa rispetto a un'impresa che lo costringerebbe anche una cambio radicale delle abitudini di vita e professionali che lo vedono impegnato tra Italia e Stati Uniti (oltre a essere volto di Sky e talent delle trasmissioni dell'americana CBS ha un giro d'interessi abbastanza diversificato). Anche per questa ragione mettersi e mettere tutto in gioco avendo alle spalle una Lega di categoria divisa sarebbe folle. Non una pennellata da Rinascimento del calcio ma un clamoroso autogol.