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Perché nel Napoli gioca Ospina e non Meret? Lo dimostra il match con il Barcellona

Meret, superiore fra i pali rispetto al portiere colombiano, è scivolato dietro le quinte nelle gerarchie di Gattuso. Il tecnico preferisce Ospina al talento italiano per via di due piedi “educati”, di una discreta visione delle linee di passaggio che consentono al Napoli di giocare sempre palla e iniziare la propria manovra dal basso.
A cura di Salvatore Parente
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Il Napoli di Gattuso ha instillato nei suoi calciatori una filosofia nuova. Il pallone va sempre giocato –  anche contro il Barcellona – dal basso. Per sfruttare le uscite palla al piede, mettere insieme passaggi progressivi e interrompere la prima linea della difesa avversaria. Un concetto, questo, portato avanti con coerenza dal primo giorno da Ringhio e che ora, anche in contesti più difficili e competitivi, sembra nel dna della squadra. Che ha bisogno di un portiere importante. Bravo non tanto e non solo con le mani, ma soprattutto con i piedi. Con l’estremo difensore nei panni dell’antico libero, del palleggiatore iniziale, del regista aggiunto. Ed è questa, in estrema sintesi, la motivazione alla base della scelta di far giocare Ospina e non Meret.

Meret patrimonio del Napoli: numero uno vero

Ferron in passato aveva parlato di Meret come il prossimo numero uno della nazionale italiana. Anche in barba al recordman Gigio Donnarumma. Frasi assolutamente non lontane dalla realtà ma che non sono premiate, oggi, dai fatti. Meret, che ha anche subito un problema fisico, un infortunio alla schiena a inizio anno, è scivolato dietro a Ospina, nei panni del secondo, nelle gerarchie di Gattuso. Eppure, Meret, ad un passo dai 23 anni, resta uno dei talenti azzurri su cui costruire il futuro e chissà, anche il presente di questo Napoli. Un portiere forte, giovane, con già grande esperienza ed un valore di mercato di 40 milioni di euro a fronte dei 22 investiti per strapparlo all’Udinese.

la scheda, Sofascore.it, di Meret
la scheda, Sofascore.it, di Meret

Meret più forte di Ospina fra i pali

Un talento straordinario, potenzialmente da craque e che, se si eccettuano rari infortuni fra i pali, come quello con l’Arsenal dello scorso anno o come quello contro l’Inter a gennaio, tiene alta l’asticella del proprio rendimento. Un numero #1 vero in grado di fare benissimo fra i pali, superarsi nei suoi guizzi felini e che, nel paragone col compagno di reparto colombiano, si rivela in porta più valido e sicuro di Ospina.

la gestione dei palloni toccati (43) di Ospina (whoscored.com)
la gestione dei palloni toccati (43) di Ospina (whoscored.com)

Ospina bravissimo coi piedi, più funzionale al gioco di Gattuso

Che però, da parte sua, pur essendo un buon portiere fra i pali, può vantare piedi davvero molto educati. Piedi da regista basso, da playmaker in porta che permettono al Napoli di giocare sempre palla a terra. In due situazioni su tutte: quando occorre indietreggiare a causa del pressing avversario o quando si propone gioco partendo dal basso. Per uscire dalla pressione alta degli avversari, superare la prima linea di difesa nemica e creare, già dai primi metri, quella superiorità numerica poi decisiva in attacco.

la prestazione di Ospina contro il Barcellona secondo il portale Sofascore.it
la prestazione di Ospina contro il Barcellona secondo il portale Sofascore.it

La sfida di Ospina col Barcellona: 43 palloni gestiti

Come ampiamente dimostrato dal colombiano nella sfida di ieri col Barcellona con Ospina capace di gestire ben 43 palloni, con l’80% di precisione dei suoi passaggi, e rivelarsi decisivo per attenuare la pressione avversaria e creare i presupposti – in uscita – per fare male ai blaugrana. Ospina gioca tanti palloni tanto da fare meglio, in termini quantitativi, di Demme, che ne cura 40, di Zielinski, 28, e da sfiorare i 47 tocchi di Fabian Ruiz. Tanto, da dimostrare, contro gli azulgrana, il perché della sua titolarità a fronte di un Meret giovane, dalle enormi potenzialità ma ancora acerbo con i piedi.

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