Perché Napoli-Salernitana è stata rinviata e da dove arrivano le polemiche
La partita Napoli–Salernitana spostata di un giorno, si gioca domenica 30 aprile alle ore 15:00 e non più sabato 29 (allo stesso orario). La comunicazione ufficiale della Lega Serie A ha messo fine al tramestio di voci, indiscrezioni, ipotesi sulla gara che potrebbe assegnare lo scudetto alla squadra di Spalletti con 6 giornate di anticipo. Il condizionale è d'obbligo perché, conti alla mano, agli azzurri non basta vincere il derby campano per cucire il titolo sulla maglia. Non sono unici artefici del destino: serve anche che a San Siro, dove alle 12:30 l'Inter ospita la Lazio, i biancocelesti perdano o pareggio.
In buona sostanza, ci sono un calendario di campionato e un palinsesto televisivo modificati in corsa (opportunità che ha fatto discutere tifosi di altre squadre per quello che è stato definito un iniquo trattamento di favore), istanze legittime da parte della società granata che si sente penalizzata da una decisione calata dall'alto e subita senza possibilità di opporsi, un'intera città (Napoli) bloccata e irregimentata dal piano traffico e trasporti basato su una decisione che non ha fondamento certo. Perché? Semplice: se Sarri fa il colpo al "Meazza" tutto questo daffare servirà a nulla. E bisognerà attendere almeno un altro turno per arrivare all'assegnazione matematica dello scudetto per i partenopei.
Perché Napoli-Salernitana è stata rinviata di 24 ore? Il Casms (Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive del ministero dell'Interno) ha dato l'assenso per favorire l'organizzazione dei festeggiamenti dei tifosi in città su un solo giorno. Dinanzi alle "ragioni di necessità pubblica" e di "un provvedimento di urgenza", come spiegato dal Prefetto di Napoli, Claudio Palomba, le istituzioni sportive hanno fatto un passo indietro e rivisto parzialmente il programma della 32ª giornata.
La richiesta dello spostamento dell'incontro è partita dal presidente della commissione Trasporti del Comune partenopeo, Nino Simeone, che aveva espresso preoccupazione per l'ordine pubblico in città temendo le conseguenze di una festa scudetto lunga due giorni. È soprattutto per questa ragione che da Palazzo San Giacomo (sede del governo cittadino) si auspicava addirittura la contemporaneità dei due eventi (Inter-Lazio e Napoli-Salernitana nello stesso giorno e alla stessa ora).
A Salerno non l'hanno presa bene, il club granata ha le sue buone ragioni: sia perché, a rigore di logica, s'è visto sacrificato sull'altare di una festa scudetto vincolata a un evento ipotetico (chi ha la certezza dei risultati del campo?); sia perché è ancora in corsa per la salvezza e, in virtù del 33° turno infrasettimanale, alla luce del rinvio del derby adesso ha un giorno in meno per recuperare in vista della sfida contro la Fiorentina, che si giocherà mercoledì 3 maggio alle 18:00 senza alcun differimento come accaduto per Udinese–Napoli (prevista per martedì 2 maggio, è stata fissata per giovedì 4 alle 20:45).
"Così si viene a creare un precedente pericoloso – ha ammesso l'avvocato dei granata, Francesco Fimmanò, che ha sollevato dubbi sulle reali motivazioni dello slittamento -. Non è vero che per la Salernitana non cambia niente, ha mercoledì una partita importante e la salvezza non ancora acquisita".