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Perché Mourinho ha scelto Mancini e Ibanez, gli strani rigoristi della Roma contro il Siviglia

La preferenza caduta sui difensori ha sollevato perplessità: né Mancini né Ibanez avevano mai battuto un penalty in carriera fino a ieri sera. Ma dietro la sequenza voluta dal tecnica c’è una logica precisa.
A cura di Maurizio De Santis
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Il tecnico portoghese compila a penna la lista dei rigoristi.
Il tecnico portoghese compila a penna la lista dei rigoristi.

Perché José Mourinho ha compilato in quel modo la lista dei rigoristi? Com'è possibile che per la Roma a recarsi sul dischetto per primi siano stati calciatori che in carriera non ne hanno mai battuti? La sconfitta dagli undici metri in finale di Europa League contro il Siviglia è cocente, riporta alla memoria – per chi ha i capelli bianchi – quella serata maledetta del 1984 contro il Liverpool (nel trofeo che allora di chiamava Coppa dei Campioni).

Ma, incantesimo a parte, quelle domande martellano in testa assieme a un'altra strettamente legata: non sarebbe stato meglio lasciare spazio a calciatori più tecnici e specializzati? Tra quelli rimasti disponibili, gli unici un po' più avvezzi erano Wijnaldum e Belotti ma è possibile che siano stati inseriti nella sequenza un po' più in avanti con l'idea di tenere i migliori per i momenti più caldi del duello.

Lo Special One ha le scelte obbligate per come sono andate le cose in gara.
Lo Special One ha le scelte obbligate per come sono andate le cose in gara.

È una delle scuole di pensiero secondo cui gli ‘assi nella manica' è meglio giocarli con intelligenza mentre c'è chi preferisce di usufruirne senza remore, per prendere tutto e subito. Ecco perché molti tifosi romanisti si sono chiesti se, forse, non era il caso di dare fiducia a loro.

Sul dischetto si presenta Mancini, stesso esito: rigore fallito.
Sul dischetto si presenta Mancini, stesso esito: rigore fallito.

La sensazione che il tecnico abbia fatto male i calcoli è determinata anche da un dato statistico: né Mancini (2° rigorista – parato), né Ibanez (3° – parato) hanno mai calciato un rigore in carriera. Così come anche Cristante (1°) non aveva numeri esaltanti: 5 penalty battuti finora (2 segnati, 3 sbagliati), l'ultimo risale a questa stagione quando ha fallito contro l'Udinese in campionato.

Quanto al resto, tra chi comprensibilmente non se l'è sentita e altri che giocoforza sarebbero entrati in azione solo in caso di penalty a oltranza, Mourinho aveva scelte obbligate. Zero rigori per El Shaarawy, Smalling, Llorente e Bove, 5 quelli di Zalewski (ma tutti con la Primavera e il peso di una finale continentale è ben altra cosa).

Bonou para il penalty calciato da Ibanez.
Bonou para il penalty calciato da Ibanez.

Per infortuni, sorte avversa e perché le opzioni non è che fossero così robuste Mourinho ha affrontato un momento così delicato nel migliore dei modi. Del resto, aveva perso subito i primi specialisti come Dybala e Pellegrini, entrambi usciti per stanchezza. L'uno, autore anche del vantaggio illusorio, ha dato tutto restando in campo per oltre un'ora rispetto a una condizione ancora precaria. L'altro era ormai sfiancato: ha resistito fino al primo tempo supplementare poi ha lasciato il campo.

Restavano in pochi e quando Matic s'è fatto male, senza più nemmeno Abraham, il segnale è stato chiaro: la Roma sarebbe arrivata ai rigori sguarnita rispetto al Siviglia che s'è presentata invece con gente del calibro di Rakitic.

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