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Perché Mourinho ha annientato mezza Roma in diretta TV: strategia surreale, l’aveva già fatto

La pesante critica di José Mourinho nei confronti delle seconde linee della Roma scese in campo contro il Bodo Glimt scatena il dibattito sulla gestione della rosa da parte del tecnico portoghese. La definitiva bocciatura delle riserve rischia di renderle inutilizzabili da qui a fine stagione. Ma c’è chi vede nelle parole di Mourinho una strategia studiata a tavolino: il precedente di quando era sulla panchina dell’Inter.
A cura di Andrea Lucia
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Le parole di José Mourinho dopo la debacle subita in Conference League dalla Roma, contro il Bodo Glimt, rischiano di fare più rumore del pesante risultato che i giallorossi hanno rimediato nella trasferta norvegese. Ai microfoni di Sky lo Special one si è assunto le proprie responsabilità per una disfatta che ha pochi precedenti nella storia della Roma e ha evidenziato la differenza di qualità tra la formazione titolare e il gruppo di seconde linee che era sceso in campo. Un pensiero con cui è molto facile essere d'accordo e che ha accomunato un po' tutti i tifosi romanisti sin dall'inizio della stagione. Un pensiero, però, che se espresso pubblicamente senza mezze misure non può che scatenare il dibattito.

"La prima squadra del Bodo Glimt è molto meglio delle nostre riserve" e "Noi abbiamo un'ottima squadra ma non abbiamo un'ottima rosa" sono solo due delle dichiarazioni più forti che Mourinho ha rilasciato nel post partita anche alle tv straniere. Il riferimento, tra gli altri, è ai vari Villar, Kumbulla e Borja Mayoral, praticamente mai schierati finora neppure a gara in corso e scelti per una maglia da titolare in ottica di un ampio turnover. Sono gli stessi che l'anno scorso hanno vinto il girone di Europa League, ben più impegnativo di quello attuale di Conference, e hanno consentito la giusta alternanza a Fonseca. Il clima di totale sfiducia in cui sono piombati è quantomeno prematuro, anche perché la disfatta a livello numerico contro il Bodo è maturata solo nella ripresa, dopo che erano entrati i vari titolari Pellegrini, Mkhitaryan, Cristante, Abraham e Shomurodov. 

Eppure l'allenatore giallorosso ha sentito come un obbligo quello di essere schietto e sincero davanti alle telecamere, anche a costo di provocare un contraccolpo psicologico ai destinatari delle sue critiche. E chissà che tra questi non ci sia anche la società, rea di non avergli messo a disposizione una rosa adeguata sia a livello quantitativo che qualitativo. Mourinho ha acceso la spia di un problema, ha segnalato pubblicamente che qualcosa non va, ma le sue parole non sembrano andare nella stessa direzione in cui va la società. Il suo massimo rappresentante, il DS Thiago Pinto, è intervenuto in merito alla domanda sulla rosa corta e si è detto spazientito per dover dare sempre spiegazioni su "un problema che non esiste".

Il cortocircuito è evidente e il sottinteso dei protagonisti riguarda la sessione invernale di calciomercato, il banco di prova per verificare se l'SOS di Mourinho verrà accolto dai Friedkin o resterà solo un grido disperato nel vuoto. Non è la prima volta che Mourinho ha chiamato in causa il mercato.

Dopo Juventus-Roma ha preferito tacere e si era presentato in conferenza stampa citando i tre difensori che aveva a disposizione in panchina, Reynolds, Kumbulla e Calafiori, prima di lasciarsi andare ad un lungo silenzio e alzarsi sconsolato. Il non detto di quella circostanza è stato espresso al fischio finale di Bodo-Roma: "Adesso nessuno di voi mi dirà perché giocano sempre gli stessi".

Stessa identica formula che il tecnico portoghese pronunciò nel marzo 2009 durante la sua esperienza sulla panchina dell'Inter. La sua squadra aveva appena perso 3-0 nella semifinale di andata di coppa Italia contro la Sampdoria e Mourinho aveva chiamato in causa la scarsa qualità di chi aveva sostituito i titolari: "Quando non ci sono tutti la squadra non ha lo stesso livello di qualità. Mi chiedete ‘perché non gioca questo o quest'altro', adesso forse l'avete capito. Dovevamo cambiare perché è umanamente impossibile giocare tutte le partite con gli stessi". Proprio per questo a Roma ci si interroga su come si possa andare andare avanti su tre fronti con 12-13 giocatori disponibili, visto che dopo la sparata di Mou le riserve viste in Norvegia difficilmente rimetteranno piede in campo.

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